di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

L’Inail ha reso noti i numeri definitivi degli incidenti sul lavoro avvenuti in Italia nell’anno appena concluso, dando così la possibilità di avere un quadro chiaro della situazione. Purtroppo il bilancio anche stavolta resta impressionante e inaccettabile per un Paese moderno. Le denunce di infortunio nel 2022 sono state complessivamente 697.773, con una crescita del 25,7% rispetto al 2021. Un aumento generalizzato, che ha riguardato sia la componente femminile della forza lavoro che quella maschile, sia i lavoratori italiani che quelli stranieri e tutte le fasce d’età, anche se con una preponderanza della classe tra 40 e 59 anni. Per quanto riguarda i decessi, anche nel 2022 sono stati tantissimi: 1090, di cui 970 uomini e 120 donne. Tra le Regioni che registrano aumenti si segnalano Calabria, Lombardia e Toscana. Complessivamente c’è stata una diminuzione rispetto alle 1.221 vittime del 2021, con 131 persone cadute sul lavoro in meno, corrispondenti ad un calo percentuale del 10,7%. Sono diminuiti i casi mortali dovuti al Covid, ma sono aumentati i decessi dovuti a cause per così dire “tradizionali”, compresi quelli in itinere. C’è poi un dato importante sul quale riflettere, ovvero il netto aumento della mortalità tra i più giovani. Il che ripropone il tema dell’impatto della precarietà sulla sicurezza, a causa dei maggiori rischi che comporta cambiare spesso lavoro e cercare di dimostrare impegno per il timore di non vedere confermato il proprio posto. Emerge l’importanza della formazione, sulla quale l’Ugl insiste da tempo, che dovrebbe essere diffusa a partire dalla scuola, per arrivare a tutti in modo capillare e venire assorbita come una vera e propria cultura della sicurezza. Così come è prioritario rafforzare la prevenzione coordinando le banche dati nazionali e territoriali e implementando gli organici degli Enti ispettivi. Il ministro del Lavoro Calderone, commentando questi dati, ha confermato l’intenzione di intervenire in modo più efficace, grazie anche a quanto emergerà dal confronto con sindacati e imprese, per «azzerare i morti sul lavoro». Un obiettivo comune, per raggiungere il quale l’Ugl sta partecipando attivamente ai lavori del tavolo su salute e sicurezza. L’impegno del sindacato su questo tema continua anche nel 2023. Oltre che nel confronto col ministero, anche con la manifestazione ‘Lavorare per vivere’ che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni e naturalmente con le quotidiane attività nei luoghi di lavoro. Non sì può che sottoscrivere quanto affermato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: il lavoro deve essere sinonimo di riscatto e affermazione sociale e non può significare porre a rischio la propria vita, né è possibile parlare di tragica fatalità di fronte ad una vera e propria strage quotidiana.