di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Come rivelato oggi da Bankitalia nell’indagine sul credito bancario, le banche italiane hanno stretto, a fine anno, i criteri di concessione dei prestiti. Anche per le famiglie i criteri di offerta dei prestiti sono diventati lievemente più stringenti per i mutui. Per il trimestre in corso le banche si attendono un irrigidimento dei criteri di offerta sia sui prestiti alle imprese sia sui mutui per le famiglie. Sarebbe un errore, però, perché le scelte in materia di politica monetaria hanno un ruolo cruciale nell’attuale congiuntura economica. Poiché, come evidenziato dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, il calo del prezzo del gas in Europa inciderà in maniera significativa sull’inflazione, è auspicabile che la Bce, il cui Consiglio direttivo si riunirà questa settimana, tenga conto di tali rilevanti cambiamenti.
Cambiamenti importanti e positivi, come quelli diffusi oggi dal FMI, per il quale, pur in presenza di un rallentamento rispetto al 2022, ha alzato le stime della crescita mondiale per il 2023 al +2,9%. Ritocco al rialzo generalizzato che include anche l’Italia. Le attese di crescita per il nostro Pil quest’anno sono dello 0,6%, pari a 0,8 punti percentuali in più rispetto a ottobre. Altri segnali positivi, provengono dall’Istat: nel 2022 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato del 3,9% rispetto al 2021. Dato superiore alle stime del governo contenute nella Nadef, che indicavano una crescita del Pil del 3,7%. In più, i dati di dicembre 2022 evidenziano una crescita dell’occupazione che si attesta al 60,5% per effetto dell’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi (+34 mila). Un segnale incoraggiante che, tuttavia, non deve indurre ad abbassare la guardia, visto il calo dell’occupazione giovanile (-0,5%), che così si attesta al 22,1%.
Bisogna saper leggere i segnali e la flessione del Pil nel IV trimestre (-0,1%), unitamente alla crescita acquisita per il 2023 pari allo 0,4%, fotografano una tendenza al peggioramento del quadro economico. Un campanello d’allarme che impone l’adozione di misure strutturali di medio e lungo periodo per scongiurare il rischio recessione o stagnazione. Per il lavoro, occorre immettere liquidità nell’economia reale a sostegno delle imprese maggiormente colpite dal caro energia e, al contempo, incentivare le assunzioni per favorire il turnover e riattivare il mercato del lavoro. Così come diventa indispensabile il taglio del cuneo fiscale per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e rilanciare i consumi delle famiglie.
In generale e uscendo dai confini nazionali, è essenziale da parte delle Banche centrali rivedere misure e strumenti adottati finora, onde evitare di soffocare tali importanti e allo stesso ancora flebili, quanto incerti, segnali di miglioramento dalle economie occidentali.