di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

È arrivata la data fatidica. I primi cento giorni del governo Meloni e, come accade per tutti gli Esecutivi, è abitudine tracciare un bilancio al raggiungimento di questo traguardo. Tanto più questa volta, con il primo Presidente del Consiglio donna e, contemporaneamente, con un governo sostenuto da una netta maggioranza di destra, considerando il peso politico di FdI e della Lega. Anche questa è una novità rispetto a precedenti governi di centro-destra, ovvero quelli dell’era Berlusconi, a trazione moderata. Innanzitutto c’è da dire che il terremoto politico, economico e sociale prefigurato dai detrattori di sinistra non c’è stato. Nessuna calata dei barbari, anzi uno stile generale piuttosto sobrio. Nessun isolamento né a livello internazionale né europeo, tutt’altro. Nessuno scossone nei conti pubblici, con la manovra approvata velocemente senza dover ricorrere al famigerato esercizio provvisorio, con gli obiettivi del Pnrr centrati entro i tempi stabiliti, con lo spread sceso da 236 a 175 punti base. Nessuna limitazione delle libertà o dei diritti civili. A cento giorni dal giuramento non solo il governo sembra saldo e stabile, con prospettive pluriennali, ma anche la complessiva situazione del Paese, nonostante le note criticità strutturali del sistema Italia ed uno scenario mondiale più che complicato, appare piuttosto solida. Il premier ed i suoi ministri proseguono su una linea piuttosto chiara, nelle relazioni internazionali, in economia, nelle politiche sociali. Una linea capace di suscitare consenso o critiche, come è normale che sia, ma comunque perseguita in modo ponderato e costante, poco declamata, ma molto attuata. Puntando a riforme organiche in vari ambiti. Si pensi al caso forse più importante, quello relativo all’impostazione di nuovi accordi con i Paesi mediterranei, su energia e migrazioni. Non misure spot, ma obiettivi a lungo termine, di cui vedere i frutti in modo meno immediato, ma, almeno questo è l’auspicio, più risolutivo, ad esempio sulla questione bollette: «Il prezzo del gas, dopo l’iniziativa europea del tetto, su cui l’Italia ha avuto un ruolo fondamentale, sta continuando a scendere, e penso che nelle prossime settimane finalmente vedremo i risultati di questo lavoro lunghissimo», così Giorgia Meloni. Dal punto di vista prettamente sindacale, il Premier ed i diversi ministri – innanzitutto quello del Lavoro, Marina Calderone – hanno impostato una nuova stagione di confronto sociale strutturato sui temi più importanti, dalla sicurezza sul lavoro alla riforma del sistema previdenziale, in un percorso che appare incoraggiante. Detto questo, certamente molto c’è ancora da fare, le riforme necessarie per migliorare la situazione del Paese sono tante, importanti le decisioni da prendere, in tanti ambiti. Staremo a vedere, ma con ottimismo.