di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl
Il ministro Calderone l’ha detto chiaramente, in sintonia con Valditara: l’alternanza scuola-lavoro va rivista per tutelare gli studenti «predisponendo una normativa più giusta e più avanzata». Oggi un incontro tecnico presso il Ministero dell’istruzione e del merito per iniziare il confronto sul tema. Uno strumento, introdotto nel 2015 dal governo Renzi, che va profondamente modificato e migliorato. Perché l’alternanza, voluta per rendere più stringente la connessione fra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro e per preparare meglio i ragazzi alle professioni da svolgere alla fine del percorso di studi, rendendoli così più facilmente occupabili, così come impostata ha prodotto risultati discutibili. Mettendo a rischio la sicurezza degli studenti, a volte anche con esiti tragici. Tre i casi mortali nel solo 2022: uno fra tutti Lorenzo Parelli, di cui è ricorso da poco l’anniversario della morte. Oltre a questi, migliaia gli incidenti fortunatamente non fatali. Se certamente è importante il tema dei risarcimenti in caso di infortuni, è decisamente prioritario fare in modo che questi non possano avvenire. Serve quindi una disciplina rigorosa che renda più stringenti i criteri di scelta delle aziende adatte ad ospitare gli studenti, più frequenti i controlli, più significativo il ruolo del tutor, scolastico e aziendale, di “sostegno alle famiglie e agli studenti”. Insomma, bisogna da un lato valorizzare l’importanza della formazione nei luoghi di lavoro, necessaria tanto alle aziende in cerca di nuovo personale competente quanto ai giovani per avere maggiori e migliori possibilità di inserirsi presto nel mondo del lavoro, dall’altro renderla un momento di vera crescita nell’ambito del proprio percorso didattico e non una forma di sotto-occupazione non retribuita e pericolosa. I ragazzi che nelle ore di alternanza obbligatoria si recano nei luoghi di lavoro non sono, infatti, né stagisti né apprendisti, ma rimangono studenti ed il tempo passato in azienda resta un momento di apprendimento ed osservazione, accompagnato e supervisionato ed all’insegna della sicurezza. Per questo, ad esempio, sarebbe importante che una quota parte delle ore di orientamento previste nell’alternanza venissero utilizzate per rafforzare l’informazione, la formazione e, soprattutto, l’addestramento. Abbinando a ciò un’adeguata campagna di informazione per un pieno coinvolgimento delle figure genitoriali su diritti e doveri degli studenti ed un maggiore coordinamento fra azienda e scuola, informando sui rischi specifici aggiuntivi delle singole lavorazioni, predisponendo una sorveglianza sanitaria obbligatoria e visite mediche preventive all’avvio delle attività. C’è molto da fare per realizzare una buona formula di alternanza scuola-lavoro, in modo utile e soprattutto sicuro, per tutelare i nostri ragazzi.