Oggi a Ramstein vertice sugli aiuti militari all’Ucraina

Mosca ne è convinta e non da oggi. Fatto sta che il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti, ha espresso ancora una volta il pensiero secondo cui l’Occidente si stia soltanto «illudendo» sulla possibilità di vittoria di Kiev nel conflitto in Ucraina. Proprio oggi, però, si è aperta alla base americana di Ramstein, in Germania, l’ottavo incontro del gruppo di contatto per l’Ucraina a guida Stati Uniti, che raccoglie circa 50 paesi, tra alleati Nato e altri partner. Il segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, è il rappresentante di Washington. Motivo del vertice discutere del nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina. «È un momento decisivo per l’Ucraina e per tutto il mondo», ha esordito Austin. «Ci incontriamo – ha quindi proseguito il segretario della Difesa statunitense – in un tempo molto difficile e turbolento, ma percepiamo qui determinazione e unità. È il momento di non cedere. Non smetteremo, non indugeremo e non esiteremo nell’aiuto dell’Ucraina». A fronte di un gruppo di paesi ben disposto a rinforzare le forniture di armi pesanti all’Ucraina, la Germania appare ancora scettica circa la volontà di esportare i suoi tank Leopard 2. Anche se da parte sua il neoministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, a margine del vertice, ha spiegato che «non c’è un’opinione unitaria su questa questione. La sensazione che ci sia una coalizione compatta e determinata e la Germania sia un ostacolo è sbagliata». Intanto aumentano le pressioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei riguardi degli alleati. «Non abbiamo tempo. Il tempo è un fattore determinante. Dobbiamo agire in fretta», ha ricordato Zelensky, aggiungendo che gli ucraini hanno bisogno «di panzer da difesa e da combattimento, ogni arma conta».