Previsioni positive da Confindustria, ma con una richiesta al Governo. Bonomi: L’inflazione «a fine anno potrebbe scendere al 5-6%». «Temiamo una frenata degli investimenti, governo li sostenga»

Ci sono segnali positivi. «Avremo un anno caratterizzato per i primi sei mesi da alcune difficoltà. Nel secondo semestre l’economia dovrebbe riprendere in maniera robusta. Temiamo però una frenata degli investimenti, ed è il motivo per cui Confindustria, anche durante la discussione della legge di Bilancio, ha spinto molto il governo per stimolarli». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, a Radio24, rispondendo sull’andamento dell’economia e un’eventuale recessione. «Auspichiamo ci siano strumenti di supporto alle imprese finalizzati agli investimenti. Dobbiamo avere l’ossessione della crescita e la otteniamo solo se siamo competitivi». «È ovvio che le imprese devono riorganizzare la propria struttura finanziaria per poter gestire l’aumento dei tassi. Auspichiamo che il governo faccia interventi di supporto alle imprese per gli investimenti». «Dobbiamo avere l’ossessione alla crescita, senza crescita non possiamo ripagare il debito, la crescita la facciamo solo se rimaniamo competitivi», ha ribadito. Ecco i segnali positivi, «stimiamo per la fine dell’anno di avere un’inflazione intorno al 5-6%», se non ci dovesse essere un ulteriore aumento del prezzo del gas. «La nostra – ha rimarcato Bonomi – è una inflazione da importazione dovuta alla fiammata dei costi delle materie prime, soprattutto energetiche. Se il prezzo del gas si dovesse mantenere ai livelli odierni, sarebbe presumibile pensare che nel secondo semestre, a partire da settembre si riduca in maniera molto forte». Fino ad agosto «continueremo a scontare il picco di agosto 2022», ha aggiunto. Per Bonomi, «la Bce sta facendo il suo lavoro, cerca di raffreddare l’impennata dell’inflazione. Io penso che un tasso di sconto al 2% non sia un problema per l’economia, vicino al tasso neutrale a 2,36%». «Quello che si può imputare alla Bce – ha evidenziato – è nella comunicazione, ma noi dobbiamo fare i compiti a casa, siamo stati per anni con tassi negativi, avremmo dovuto tagliare il debito pubblico». Infine, «una delle cose emerse anche qui a Davos è che sono tutti stupiti dall’industria italiana. Normalmente eravamo un po’ le pecore nere dell’industria europea, oggi tutti guardano all’industria italiana con grande ammirazione e questo ci riempie di orgoglio», ha affermato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.