di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

La frase su Dante del ministro Gennaro Sangiuliano, ovvero l’aver detto che il Sommo Poeta «è l’iniziatore del pensiero di destra», ha scatenato un vespaio di polemiche. Una “provocazione”, come chiarito dallo stesso ministro in una lettera al Corriere della Sera pubblicata oggi, anche se tanti grandi della cultura, non solo di destra, come Gentile o Prezzolini, ma anche di sinistra, come Eco e Sanguineti, prima di Sangiuliano avevano compiuto lo stesso accostamento fra il pensiero di Alighieri e una visione del mondo conservatrice. Questione da intellettuali, sulla quale è opportuno che si confrontino storici e studiosi di letteratura. Ma un commento sulla vicenda si può comunque fare. Se è cosa certa che le definizioni “destra” e “sinistra” nascono solo in epoca moderna, dopo la Rivoluzione francese, con l’istituzione dei parlamenti e quindi il posizionamento fisico di deputati e senatori negli emicicli a coincidere con visioni progressiste o conservatrici, e, quindi, seguendo questa logica, sarebbe impossibile inserire in queste categorie politiche personaggi e idee dell’antichità o del medioevo, è anche vero che è abitudine diffusa etichettare persone e comportamenti di qualsiasi tipo e qualsiasi tempo a destra o a sinistra. Gaber a suo tempo su questo vizio scrisse anche una famosa canzone, prendendo in giro un’abitudine diffusa, spesso utile a non riflettere, che riduce la politica a tifo da stadio per i colori del cuore, indipendentemente da chi siano allenatore e giocatori, strategia e tattica di gioco. Questa semplificazione ha spesso fatto comodo alla sinistra, che, complice un mondo dell’informazione e della comunicazione piuttosto fazioso, ha sostenuto in modo militante la teoria (o meglio la propaganda) in base alla quale sono identificabili come progressisti tutti i colti, gli intelligenti, i sofisticati, mentre sia sostanzialmente di destra tutto ciò che appare come “grossier”, quindi rozzo e grossolano, nella cultura, nell’intrattenimento, nell’arte, nella moda, negli atteggiamenti e così via. Con un esempio cinematografico, a sinistra la nouvelle vague, a destra i cinepanettoni. Le cose non stanno esattamente così. La cultura conservatrice è vasta e profonda, solo poco sponsorizzata dai media e posta all’attenzione del grande pubblico. Un esempio: la poetessa Cristina Campo, nome d’arte di Vittoria Guerrini, di cui recentemente è ricorso l’anniversario della morte. Una delle più grandi fra le italiane del ‘900, ma poco nota perché vittima di ostracismo, dato che era considerata “reazionaria”. La provocazione di Sangiuliano – per qualcuno imperdonabile – non è stata tanto quella di identificare Dante Alighieri fra i padri nobili del conservatorismo, operazione certamente discutibile, ma più che legittima, quanto l’aver voluto gettare un sasso nello stagno della cultura mainstream italiana, che ancora non vuole rendere noto il fatto che per tanti grandi intellettuali attribuibili, per esteso, all’area progressista, ce ne sono altrettanti che possono essere considerati “di destra”.