Nel 2023 l’inflazione dovrebbe scendere al 6,3%

Per via della crisi energetica, dell’elevata incertezza, dell’indebolimento dell’attività economica mondiale e delle condizioni di finanziamento più restrittive, nel quarto trimestre del 2022 e nel primo del 2023 l’economia dell’Eurozona potrebbe subire una contrazione. È quanto si legge nell’ultimo bollettino economico della Banca Centrale Europea, in cui si parla comunque di una recessione relativamente breve e di lieve entità. Nel complesso del 2023 la crescita sarà però contenuta e inferiore alle stime avanzate dagli esperti a settembre. Nel dettaglio, la BCE prevede una crescita del 3,4% nel 2022 e di mezzo punto percentuale nel 2023. L’economia dovrebbe poi accelerare nel 2024, registrando una crescita dell’1,9%, per poi rallentare lievemente l’anno seguente, al +1,8%. Per quanto riguarda invece l’inflazione – pari al 10% secondo le stime preliminari dell’Eurostat, contro il 10,6% di ottobre – nel 2022 è prevista collocarsi all’8,4%, per poi scendere al 6,3% nel corso dell’anno appena iniziato. Nel 2024 dovrebbe poi scendere ancora, attestandosi al 3,4% e al 2,3% l’anno a seguire. «Il calo dell’inflazione nell’orizzonte temporale di riferimento – spiegano gli esperti di Francoforte sul Meno – rispecchia forti effetti base al ribasso connessi all’energia per tutto il 2023, l’impatto graduale della normalizzazione della politica monetaria della BCE avviata a dicembre 2021, le più deboli prospettive per la crescita e l’ipotizzata diminuzione dei prezzi dell’energia e delle materie prime alimentari, in linea con quelli dei contratti future, nonché l’ipotesi secondo cui le aspettative di inflazione a più lungo termine resteranno ancorate».