Requisiti da possedere. IAnche in questo caso, vi è un bilanciamento fra età anagrafica e anzianità contributiva. È però previsto un bonus in favore delle lavoratrici madri che riduce gli anni di contributi versati

La disposizione contenuta nella legge di bilancio è oggettivamente asettica e porta al risultato che la normativa relativa all’Ape sociale si applica fino al 31 dicembre 2023. Conseguentemente, la spesa è incrementata di 64 milioni di euro per il 2023, di 220 milioni per il 2024, di 235 milioni per il 2025, di 175 milioni per il 2026, di 100 milioni per il 2027 e di 8 milioni per il 2028. Andando per ordine, al massimo entro il 31 dicembre 2023, l’interessato deve trovarsi nelle seguenti condizioni: avere una età anagrafica di 63 anni; essere in possesso di anzianità contributiva minima di 30 anni (con riduzione per le lavoratrici madri fino a due anni), salvo che nel caso dei lavori usuranti o gravosi (anzianità contributiva di 36 anni); appartenenza ad una delle quattro categorie indicate. La prima categoria è riferita ai lavoratori a tempo indeterminato licenziati, dimessisi per giusta causa o per risoluzione consensuale, o ai lavoratori a tempo determinato con almeno diciotto mesi di lavoro negli ultimi 36, solo dopo la fine della Naspi. La seconda categoria è quella dei caregiver di familiari primo grado conviventi (secondo grado, in determinate condizioni). La terza rimanda all’invalidità civile personale (invalidità pari o superiore al 74%), mentre la quarta è quella che riporta all’attività professionale svolta. L’elenco iniziale di una quindicina di mansioni è stato successivamente integrato con una ventina di altre attività. È opportuno ricordare che è fissato un tetto massimo all’assegno percepito.