di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Stanotte, nella calza della Befana, potremmo trovare, oltre a cioccolato e caramelle, anche qualche meno gradita novità, biscotti alla farina di grillo, ad esempio. Forse meglio, a questo punto, il vecchio carbone riservato ai più cattivi, almeno potrebbe rivelarsi utile a fronteggiare la crisi energetica. A Bruxelles, infatti, con il Regolamento di esecuzione 2023/5 della Commissione europea, è arrivato il via libera per la vendita di cibi a base di farina derivante dal grillo domestico, insetto che già poteva essere venduto intero nel Vecchio Continente, non sappiamo con quali risultati tra i consumatori, ma che ora sarà commercializzato in forma polverizzata, come ingrediente, “mimetizzandosi” meglio. A breve, sugli scaffali dei supermercati, ci sarà una serie molto lunga di prodotti a base di farina di grillo, oltre ai biscotti anche pane e panini, cracker e grissini, miscele per prodotti da forno, salse, minestre e alimenti a base di patate e verdure, pasta, pizza, snack, birra, cioccolato e così via. L’Efsa, autorità europea per la sicurezza alimentare, tra l’altro con sede in Italia, ha dato l’ok dal punto di vista scientifico, assicurando che questa polvere è sicura per i consumatori. Non solo: non saranno richieste segnalazioni particolari ad indicare la presenza di questo composto sulle confezioni degli alimenti. Insomma, saranno i compratori a dover fare attenzione, leggendo bene le etichette. Una decisione, quella dell’Ue, che non può che lasciare perplessi ed amareggiati, anche perché solo una società, la vietnamita Cricket One «è autorizzata a immettere sul mercato dell’Unione il nuovo alimento, salvo nel caso in cui un richiedente successivo ottenga un’autorizzazione per tale nuovo alimento senza riferimento ai dati scientifici protetti a norma dell’articolo 3 o con il consenso di Cricket One Co. Ltd», il tutto per un periodo di cinque anni. Quindi non solo non viene tutelata, come invece si dovrebbe fare, la tradizione alimentare europea, ed in particolare, dal nostro punto di vista, il Made in Italy con le sue eccellenze eno-gastronomiche e la millenaria dieta mediterranea, che è invece oggetto di attacchi, si pensi alla diatriba relativa al “Nutriscore”, non solo non si preservano i consumatori europei in modo chiaro, mediante etichettature speciali, da una novità che non da tutti potrebbe essere gradita, ma la decisione non ha neanche l’obiettivo di salvaguardare la produzione continentale per proteggerci dalla dipendenza da fornitori stranieri. Non viene sostenuta l’autonomia alimentare, la famosa sovranità – se non con il grano, almeno con i grilli – ma, al contrario, la volontà sembra quella di creare un percorso privilegiato per un’azienda extraeuropea. Una Ue che si conferma deludente, sul fronte agroalimentare come su altri temi importanti, con, ancora, “troppi grilli per la testa”.