di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale UGL

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, per aver dichiarato in un’intervista al quotidiano La Repubblica che «il cambio repentino di politiche della Banca centrale rischia di avere un effetto particolarmente negativo» sull’Italia, ha ricevuto una valanga di critiche, ovviamente legittime, da parte dei “difensori d’ufficio”, e con pochi voti in Parlamento forse proprio per questo, di qualunque scelta arrivi da qualunque istituzione europea.
Ciò che ha scatenato le ire è stato il titolo dell’intervista, «La Bce ha troppi poteri…», un tono certamente forte di cui, però, non vi è traccia nel resto delle sue dichiarazioni. Ghiotta l’occasione per + Europa e Azione: Crosetto è stato accusato di aver attaccato l’indipendenza della Bce. Calenda, in particolare, di aver «sacrificato l’obiettività alla demagogia» e che «la critica populista all’indipendenza dei tecnocrati» (sì, li chiama così anche lui, ndr) da parte di un ministro «è roba pericolosa per il Paese».
I poteri della Bce non saranno troppi, ma in senso e in modo assoluto decisivi per l’economia di un intero Continente, di singoli Stati e di milioni di cittadini. Tant’è vero che sulle scelte della Bce e della Fed sono stati scritti molti articoli, la maggior parte dei quali critici e pubblicati anche da un quotidiano come il Sole24Ore, l’equivalente italiano del Financial Times, il quale ha definito l’Italia «l’anello debole» dell’eurozona, in quanto Paese più esposto a una nuova crisi del debito alla luce della politica restrittiva della Bce. È di ieri l’articolo de Il Sole24Ore a firma Giuseppe Di Taranto con il seguente titolo: «L’Eurotower ha sbagliato le previsioni sull’origine dell’inflazione». È del 31 dicembre, sempre de Il Sole 24Ore, e a firma di Donato Masciandaro, l’articolo: «Banche centrali: valutazioni e annunci sbagliati», in cui si evidenzia come la rotta delle due banche centrali sia stata «prima sbagliata e poi incomprensibile».
Il problema più grande sta nel debito pubblico e negli interessi da pagare, che la stretta sui tassi ha fatto lievitare, e il fatto che, come ha sottolineato Crosetto, mentre il rialzo dei tassi «può essere anche una scelta comprensibile», lo è molto meno non intervenire più, come nell’era Draghi a capo dell’Eurotower, sulle emissioni di debito pubblico. Basti pensare che (sempre secondo Il Sole24Ore) per l’Italia la spesa in interessi nel triennio 2023-2025 sarà di 270,1 miliardi contro i 186,1 calcolati nel Def di aprile. In queste circostanze, e con le mani legate che un governo, non per sua scelta o demerito, ha per fronteggiare la crisi economica (che qualcuno ha definito giustamente «permacrisi»), si potrà avere il diritto di difendere la propria nazione indipendentemente dal cognome e dal partito di un ministro della Repubblica italiana? La risposta, ovviamente, è “sì”!