Già al primo rifiuto di una offerta di lavoro, si perde il sostegno economico

Al netto del contrattempo dell’emendamento del Partito democratico approvato dalla Commissione bilancio senza l’adeguata copertura, cosa che ha costretto la stessa Commissione ad un supplemento di analisi, la manovra finanziaria prosegue il suo iter verso l’approvazione che, salvo incidenti di percorso oggi non preventivabili, dovrebbe concludersi nei tempi indicati. Fra le ultime novità approvate, vi è l’eliminazione dell’aggettivo congruo accanto all’offerta di lavoro che un datore di lavoro può presentare ad un percettore del reddito di cittadinanza. Per effetto di questo emendamento, il rifiuto di una qualsiasi offerta di lavoro comporta la decadenza dal sostegno economico già al primo accadimento. Soprattutto il Movimento 5Stelle ha contestato questa decisione, considerando che, al momento, il percettore del reddito di cittadinanza poteva arrivare a rifiutare tre offerte congrue, secondo quanto previsto dal decreto-legge 4/2019. A conti fatti, come evidenziato anche in passato dalla Ugl, la questione potrebbe non porsi in concreto, in quanto già in condizioni normali i centri per l’impiego riescono ad intercettare soltanto una minima parte dei nuovi occupati. Ciò anche a causa del fatto che raramente gli imprenditori, che intendono assumere, lo fanno per il tramite degli ex uffici di collocamento. Peraltro, la piattaforma per le assunzioni non è mai effettivamente entrata a regime.