Come promesso, il tetto massimo sale da 6mila euro ad 8mila euro annui

Il Presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, aveva preso l’impegno direttamente con i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Francesco Paolo Capone. Grazie alle modifiche apportate al disegno di legge di bilancio, in corso di approvazione in Parlamento, la decontribuzione per le assunzioni stabili passa da 6mila a 8mila euro annui. La decontribuzione vale sia per i nuovi contratti di lavoro a tempo indeterminato sia per la stabilizzazione di precedenti contratti a tempo determinato e si applica a giovani con meno di 36 anni di età, ai percettori del reddito di cittadinanza e alle donne ricomprese nell’elenco delle persone in condizione di svantaggio. Tale condizione ritorna in presenza di alcuni fattori, non necessariamente insieme, come l’età minima di 50 anni, lo status di disoccupazione da almeno dodici mesi, la residenza in una regione del Mezzogiorno, la mancanza di un impiego retribuito da almeno sei mesi, l’occupazione in un settore caratterizzato da un forte divario uomo/donna. La decontribuzione ha una durata massima di diciotto mesi nel caso dei giovani. L’incremento da 6mila ad 8mila euro della decontribuzione rende più appetibili i contratti di ingresso, tenendo conto che, non trattandosi di una decontribuzione al 100% della retribuzione, molte imprese sono orientate ad inquadrare il dipendente al livello più basso.