Riflessione in corso su Opzione donna: ballano i requisiti di età e condizione soggettiva

Prosegue la marcia di avvicinamento verso l’approvazione del disegno di legge di bilancio prima da parte della Camera e poi del Senato, con l’obiettivo di concludere il tutto entro il 31 dicembre, per evitare la spada di Damocle dell’esercizio provvisorio. Fra ieri sera e questa mattina, il governo ha presentato un pacchetto di emendamenti che, a partire dalla serata, saranno oggetto di un confronto preventivo con le minoranze parlamentari e poi in commissione. Qualche aggiustamento ulteriore potrebbe quindi arrivare, tenendo magari conto pure delle osservazioni formulate dai sindacati che, come noto, si sono posti su due fronti diversi, con Cisl e Ugl a chiedere correttivi e Cgil e Uil a scioperare. Sul versante delle pensioni, l’indicizzazione diventa più sostanziosa per gli assegni compresi fra quattro e cinque volte il minimo, con compensazione dei costi attraverso una riduzione delle percentuali di incremento sugli assegni più alti, mentre proprio il minimo arriva a 600 euro per gli over 75, al momento, però, solo per il 2023. Facendo due conti, la soglia dei 600 euro potrebbe comunque essere raggiunta da tutti i pensionati al minimo a partire dal 1° gennaio 2024. Ci sarà da attendere fino all’ultimo, invece, per quanto riguarda Opzione donna, in quanto la riflessione continua sui due parametri introdotti: quello della riduzione dell’età legata alla maternità e l’altro sulla sussistenza di determinati requisiti.