Lo rivela l’Istat, riferendo i dati relativi al 2021: l’anno scorso le nascite sono state poco più di 400 mila, circa 4.500 in meno rispetto al 2020

«Nel 2021 le nascite della popolazione residente sono 400.249, circa 4.500 in meno rispetto al 2020 (-1,1%)». Lo rende noto l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, sottolineando che «anche nel 2021 c’è un nuovo superamento, al ribasso del record di natalità». Si tratta di un trend in atto da molti anni: rispetto al 2008, le nascite sono calate di 176.410 unità (-30,6%). Un crollo attribuibile «per la quasi totalità alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (314.371 nel 2021, quasi 166 mila in meno rispetto al 2008)». Ad incidere è il numero, in calo, delle donne in età feconda, che convenzionalmente viene fissata nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 49 anni.
A partire dagli Anni Duemila, tuttavia, la popolazione straniera ha contribuito a contenere gli effetti del baby-bust, termine inglese che indica «il forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995 che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995». Un contributo che si sta esaurendo con il progressivo invecchiamento anche della popolazione straniera: nel 2021 i bambini nati da genitori entrambi stranieri sono stati circa 57 mila (56.926, per l’esattezza), circa 23 mila in meno rispetto al 2012, anche per effetto delle dinamiche migratorie nell’ultimo decennio, e costituiscono il 14,2% del totale dei nati, perlopiù nelle regioni settentrionali, dove la presenza straniera «è più stabile e radicata». La pandemia ha avuto un ruolo determinante, sostiene l’Istat: «La discesa marcata delle nascite» registrata a novembre-dicembre 2020 – il calo è stato del 9,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – è proseguita nel 2021 e in particolare a gennaio (-13,2%, il crollo più consistente mai registrato). Con il 2022 le cose non dovrebbero cambiare: «La denatalità sembra destinata a proseguire», prevede l’Istat, riportando i dati provvisori relativi al periodo compreso tra gennaio e settembre. Nei primi nove mesi, le nascite sono calate di 6 mila unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, «poco più della metà di quanto osservato nei mesi gennaio-settembre del 2021 nel confronto con gli stessi nove mesi del 2020 allorché i concepimenti si sono significativamente ridotti a causa degli effetti delle ondate pandemiche».