Il libro di Ada Fichera ribalta luoghi comuni consolidati per rimettere il sindacato al centro

Il tentativo, che, almeno a prima vista, potrebbe apparire ambizioso, è quello di cambiare il punto di vista sul sindacato nel nostro Paese, ricollocando il tutto nella sua giusta dimensione. Ada Fichera, oltre a dirigere la collana Pensiero sindacale di Edizioni sindacali, è una giornalista ed una docente di comunicazione politica e istituzionale e di cultura sindacale per l’Accademia telematica europea. Il suo volume La Storia è… domani, Corsi e ricorsi di Pensiero sindacale muove da un assunto molto in voga nel nostro Paese, vale a dire che «i sindacati hanno rovinato l’Italia!». L’obiettivo dell’autrice diventa quello di provare a capovolgere questo modo di vedere le cose, ricercando nel passato la chiave di volta per il nostro futuro, nel tentativo di portare il lettore a considerare e a comprendere l’essenzialità stessa del sindacalismo. Un ragionamento che ha portato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, e l’onorevole Gennaro Malgeri, chiamati a commentare il testo, a vedere nel sindacato l’attore principale per una nuova politica del lavoro. «Alceste De Ambris, Filippo Corridoni, Arturo Labriola, Angelo Oliviero Olivetti, Sergio Panunzio e molti altri sindacalisti di ieri – osserva Ada Fichera – non solo sono in grado di dare ancora input e soluzioni a problemi attuali, ma rappresentano anche l’identità dell’azione sindacale per l’oggi». Secondo l’autrice, i grandi nomi del passato sono «la bussola per orientarci, dal salario minimo ai navigator, dalla fuga dei cervelli dal Sud-Italia al reddito di cittadinanza, dallo smart working all’occupazione post-pandemia». Una lettura fortemente innovativa del presente che, come un Giano bifronte, guarda al passato per avere gli strumenti per comprendere il presente e il domani del Paese e del mondo del lavoro. Il tutto, osserva ancora Ada Fichera, «perché in Italia c’è ancora bisogno di sindacato e din un pensiero sindacale all’altezza delle nuove sfide del domani».