di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Lo scandalo Qatargate si sta allargando a macchia d’olio, assumendo contorni inquietanti. Non solo una triste storia di corruzione, problema al quale siamo ormai purtroppo abituati, ma qualcosa d’altro. Una questione di sicurezza nazionale ed europea, un danno alla piena sovranità del nostro Vecchio Continente, casa comune dalle fondamenta ben più antiche dell’Ue, istituzione quest’ultima che, del resto, è anch’essa in grave crisi dopo questa brutta faccenda che sta coinvolgendo altissimi vertici delle sue istituzioni. A quanto si apprende, infatti, diversi esponenti politici europei di rilievo di area socialista – in particolare italiani, anche questo va detto – avrebbero ceduto alle “lusinghe”, sotto forma di denaro sonante, del Qatar ed anche del Marocco, per influenzare in favore di questi Stati le posizioni dell’Unione europea e dei suoi organismi. Un fatto gravissimo, perché si parla di un’opera di favoreggiamento verso altri Stati, per giunta ben lontani dagli standard europei quanto a diritti umani, civili e sociali, con anche pressioni su un tema caldissimo in Europa, i flussi migratori. Coinvolte anche delle Ong, ad ennesima dimostrazione dell’opacità di questi soggetti, alcuni dei quali meritevoli, altri meno, ma tutti poco controllabili. Fa specie constatare il baratro in cui sembra caduta la sinistra, specie quella italiana, con scandali frequenti proprio nei settori verso i quali dovrebbe, teoricamente, avere maggiore sensibilità. In questa vicenda, come nel recente affare Soumahoro, infatti, sarebbero stati calpestati, in nome dell’arricchimento personale, proprio i diritti civili, la tutela dei lavoratori, la difesa dei diritti dei migranti, quelli che per i progressisti dovrebbero essere valori intoccabili. Sarà compito di inquirenti e magistratura accertare colpe e comminare pene, come sarà onere dei partiti coinvolti, Pd, +Europa, Alleanza Verdi e Sinistra – insomma, la compagine di Letta al completo – fare riflessioni interne, convocare congressi e ridiscutere la selezione della propria classe dirigente. Vedremo come finirà, certo l’impatto sull’opinione pubblica è stato, per loro, devastante. Ma va sottolineato il nocciolo della questione, la parte più grave ed intollerabile del Quatargate: quella che si potrebbe considerare “intelligenza col nemico”, in sintesi un tradimento vero e proprio. Certo, Qatar e Marocco non sono Stati nostri nemici, già si respira troppo clima bellico nel mondo, ma sono, comunque, Stati terzi rispetto all’Italia ed all’Ue, con i quali interloquire da pari a pari, ognuno rappresentando e difendendo, possibilmente al meglio, i propri interessi. Perché un esponente delle istituzioni, di qualunque colore politico, ha un dovere inderogabile, come recita, ad esempio, il testo del giuramento richiesto ai ministri al momento del loro insediamento: quello di esercitare le proprie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.