«Siamo fra quelli che hanno avuto da Bruxelles un giudizio migliore»

«L’Unione europea dice che abbiamo fatto una manovra molto seria, siamo fra quelli che hanno avuto giudizio migliore e questo richiede al parlamento di muoversi con rapidità, pur nelle rispetto delle sue prerogative che io ho sempre difeso». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al suo arrivo al Consiglio europeo, invitato a fare «passi in avanti sul dossier energia». Una questione «rilevante» che merita «soluzioni comuni» ed «efficaci», ha aggiunto il premier. Che ha sollecitato un’accelerazione dei lavori parlamentari in corso: il testo della manovra, che dovrà essere approvato dalle Camere entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio, è all’esame della Commissione Bilancio di Palazzo Montecitorio: sono 158 gli emendamenti supersegnalati, 107 dei partiti della maggioranza – 25 Lega, 14 Noi Moderati, 40 Fratelli d’Italia e 28 Forza Italia –, 51 invece quelli dell’opposizione: 8 Autonomie, 10 Terzo Polo, 33 Movimento 5 stelle. Nessun emendamento segnalato dal Partito democratico (secondo quanto riferito dalla stampa, il Pd non ha accettato di fare supersegnalazioni fino a quando la maggioranza non chiarirà il percorso che intende seguire). I margini sono ridottissimi – appena un paio di settimane – e i nodi da sciogliere sono ancora diversi: ieri durante una riunione, i partiti che compongono la maggioranza hanno ipotizzato la possibilità di versare il reddito di cittadinanza per gli occupabili per 7 mesi anziché 8. Ciò «consentirebbe di liberare ulteriori risorse per circa 200 milioni che ovviamente andrebbero ad aggiungersi a quelle della manovra», ha spiegato Roberto Pella, deputato di Forza Italia e uno dei relatori della manovra, a 24 Mattino su Radio 24. «Questa manovra sia nell’impostazione sia nelle misure concrete è recessiva», insiste il presidente del M5s, Giuseppe Conte, sostenendo che «il governo sta anticipando la politica dell’austerity, abbiamo un altro anno di sospensione del patto di stabilità quindi questo governo si è voluto castrare la possibilità di una politica espansiva anzitempo». Domani previsto invece il Consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi alle 12, salvo slittamenti dovuti al rientro del premier da Bruxelles. All’ordine del giorno, probabilmente, il Codice degli appalti, il dlgs di riordino della disciplina dei servizi pubblici locali e il riordino degli Irccs, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico.