CABINA DI REGIA
Il tema cui si è accennato di favorire una più ampia sinergia fra il Piano nazionale di ripresa e resilienza e i Fondi strutturali della Programmazione 2021-2017 si apprezza, in particolare, sul fronte della Missione 5, quella che richiama l’innovazione del mercato del lavoro, la promozione della partecipazione, il miglioramento della formazione e delle politiche attive, l’eliminazione delle disuguaglianze sociali, economiche e territoriali, il sostegno all’imprenditorialità femminile. Molto, però, si gioca anche su una maggiore rendicontazione ai cittadini, dal momento che il coinvolgimento e la partecipazione attiva rappresentano strumenti indispensabili per il successo dell’intero Piano oltre ad essere un vero presidio di democrazia. Conseguentemente, andrebbe prevista l’istituzione di una cabina di regia maggiormente incisiva, in fase ascendente e discendente, sull’intera procedura di spesa e di realizzazione di opere pubbliche, con la possibilità per il governo di attivare dei poteri sostituivi, aspetto che riporta alla necessità di accelerare la capacità di spesa, una volta individuati i temi specifici e mirati su cui concentrare obiettivi e risorse. Strumenti che dovrebbero servire per ridurre il gap di spesa: secondo le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio, la spesa nel 2021 è stata del 37,2% del preventivato.

PATTO GENERAZIONALE
Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, si rischia di assistere a quanto accaduto in questi anni soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, con larga parte delle risorse a disposizione non spese. Conseguentemente, è evidente la necessità di rafforzamento delle strutture amministrative alle quali va assicurato un accompagnamento procedurale e funzionale al raggiungimento degli obiettivi. È infatti da assicurare l’unitarietà di risultati sul territorio, dal momento che permangono preoccupazioni per gli interventi in ambito territoriale laddove, soprattutto in alcune aree del Paese, da tempo risulta necessaria un’azione di razionalizzazione per garantire uniformità ed omogeneità di presidio e di offerta dei servizi nonché per consentire lo svolgimento di efficaci controlli sui flussi di risorse e sul raggiungimento degli obiettivi finali. Vi è un problema serio di governance dal momento che una parte importante del Piano dovrà essere realizzata da Regioni, Comuni, Città metropolitane o altre amministrazioni locali in quanto soggetti attuatori. Il potenziamento del personale assegnato agli enti locali costituisce una priorità di intervento. Da ultimo, ma non meno importante, il Piano dovrebbe servire da volano per il ricambio generazionale, accompagnato dalla riforma previdenziale, in un’ottica di Patto fra generazioni.