di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Un incontro con il Presidente del Consiglio Meloni c’è stato, con la convocazione dei sindacati a Palazzo Chigi lo scorso 7 dicembre, per discutere della manovra finanziaria. E già sono in programma altri vertici con il governo, a partire dal prossimo gennaio: su salute e sicurezza sul lavoro, sulla riforma delle pensioni, sulla politica industriale, sulla tassazione degli extraprofitti. Il nuovo Esecutivo, quindi, ha dato dimostrazione di una volontà seria e concreta di ascolto delle parti sociali. Per quanto riguarda il contenuto della Legge di Bilancio, non mancano gli aspetti positivi, come le misure contro il caro bollette e la decisione di destinare la maggior parte delle risorse alla lotta all’inflazione, che sta erodendo il potere d’acquisto di famiglie e imprese. Pur comprendendo la situazione di emergenza determinata dalla crisi energetica, esplosa subito dopo quella pandemica, che ha monopolizzato attenzione e capacità di spesa, alcune migliorie nell’ambito della manovra sono comunque da fare e le abbiamo richieste. Specie su alcuni temi particolarmente sentiti, dalle nuove condizionalità per Opzione Donna alla definizione di uno scrupoloso perimetro entro il quale muoversi per il ripristino dei voucher. Abbiamo sollecitato ed anche ottenuto conferme in tal senso, in uno spirito che ci è apparso collaborativo. Certo, per risollevare l’economia e la società italiana servono molti interventi, nell’ambito di una visione chiara, lungimirante, efficace. Ci sarebbe molto altro da fare, ulteriori azioni sul caro vita, sul potere d’acquisto di stipendi e pensioni, per rilanciare l’occupazione. Ma non condividiamo l’iniziativa di alcune sigle che si stanno preparando alla mobilitazione per chiedere di modificare la Legge di Bilancio. Noi abbiamo deciso di adottare un approccio innanzitutto obiettivo, senza dimostrare un’intransigenza rigorosa sul “tutto e subito” che in altri periodi recenti non è stata adottata nei confronti dei precedenti Esecutivi, perché siamo consapevoli, allora come adesso, delle circostanze eccezionali nelle quali si sta trovando il Paese, dal 2020 ad oggi, a causa di continue e gravissime emergenze. Circostanze eccezionali che non possono essere dimenticate solo perché nel frattempo è cambiato il “colore politico” del governo. In questo momento occorre essere cauti e dire no allo sciopero, puntando sul dialogo e non sullo scontro per migliorare le misure a favore di lavoratori e famiglie. Ribadendo la necessità di concentrare gli interventi sul rafforzamento del potere d’acquisto delle retribuzioni, sull’emergenza del caro energia, sulla riforma del sistema pensionistico e sulle misure volte a rilanciare l’occupazione in Italia, nell’ambito però di un’interlocuzione costruttiva ed aperta al confronto. Senza respingere prioritariamente al mittente la buona volontà messa in campo dall’Esecutivo.