In crescita annua solo il valore, ma per i volumi -7,9%

Sono crollate, a ottobre rispetto ad un anno prima, le vendite al dettaglio di prodotti alimentari. Infatti, se in termini di valore l’indice è amentato del 4,7%, i volumi venduti sono diminuiti del 7,9%, influenzando – insieme al -5,2% che ha interessato i volumi di generi non alimentari (-1,1% il valore) – l’indice generale, sceso del 6,3% (+1,3% in valore). Anche dal confronto mensile emerge una dinamica simile, con le vendite al dettaglio diminuite dello 0,4% in valore e dell’1,2% in volume. In questo caso quelle di beni alimentari hanno registrato rispettivamente un -0,1% ed un -1,5%, mentre quelle di beni non alimentari hanno riportato un -0,5% ed un -1%. Commentando i dati, la Confcommercio ha detto che quello comunicato dall’Istat è un dato peggiore di quanto ci si aspettasse. «La progressiva erosione di potere d’acquisto – spiega l’Ufficio studi dell’associazione di categoria -, determinata dall’inflazione sul reddito e sulla ricchezza liquida, solo parzialmente compensata dai pure ingenti sostegni governativi, comprime lo spazio che le famiglie possono destinare alle spese non obbligate. Questa inevitabile configurazione si riflette negativamente su molte voci di spesa, tra le quali l’abbigliamento e le calzature, e sui formati distributivi più tradizionali». In ogni caso, la Confcommercio conferma le stime per il breve periodo, con «ottobre e prima parte di novembre negativi per i consumi con innesco della recessione, e poi reazione positiva dalla fine di novembre e fino a dicembre, fenomeno che renderebbe mite, o tecnica, la contrazione dell’attività economica».