Iran: terzo giorno di scioperi in tutto il Paese. Badri Khamenei, sorella della Guida Suprema dell’Iran, auspica «presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere»

Dalle donne agli uomini, dai lavoratori ai negozianti, fino agli studenti: per comprendere la vastità delle proteste di oggi e il sentimento di ribellione del popolo, in quasi tutte le città dell’Iran, basterebbe ascoltare le parole di Badri Khamenei, sorella della Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei. Badri ha osato criticare il fratello attraverso una lettera pubblica, «per non aver ascoltato la voce del popolo iraniano», in rivolta ormai da tre mesi. La sorella di Khamenei ha ricordato di «aver tagliato i ponti» con il leader della Repubblica islamica, dopo aver cercato ripetutamente di convincerlo ad ascoltare le richieste della piazza per maggiori libertà e dopo l’uccisione di Mahsa Amini da parte della polizia morale. Nella sua lettera, Badri Khamenei auspica «presto la vittoria del popolo e il rovesciamento di questa tirannia al potere». Alla fine di novembre era finita di nuovo in cella anche Farideh Moradkhani, figlia della stessa Badri Khamenei e quindi nipote della Guida suprema, in quanto, da attivista per i diritti umani, aveva invitato i governi a rompere i rapporti con Teheran per la sua repressione della rivolta popolare. Oggi è il terzo giorno di sciopero dei negozianti contro l’uccisione di Mahsa Amini, mentre la magistratura iraniana sta sigillando negozi e imprese che hanno aderito allo sciopero e la polizia esegue arresti tra chi protesta. La serrata, intanto, si è estesa a 40 città iraniane, tra cui la capitale. Secondo quanto diffuso sui social network da account iraniani, si parla di attacchi da parte delle forze di sicurezza ai danni anche degli studenti che stanno manifestando. Bbc Persia ha riferito di «un certo numero di studenti insanguinati», citando il canale Student Union Council. Studenti di diverse università in Iran, e di molte facoltà a Teheran, hanno organizzato oggi manifestazioni in concomitanza con la “Giornata dello studente”. Un giovane di nome Mohammad Shabaati sarebbe stato «rapito dalle forze di sicurezza», tre studenti dell’Università Khwaja Nasiruddin Tusi arrestati. Già nelle scorse settimane le università erano state uno dei centri principali delle proteste antigovernative, andando incontro ad una dura repressione da parte del governo. Non ha, dunque, placato gli animi la notizia riportata ieri dall’agenzia iraniana Isna, secondo cui «la polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata», secondo quanto avrebbe dichiarato il procuratore generale dell’Iran, Mohammad Jafar Montazeri.