L’obiettivo del governo è di intervenire in maniera più strutturale con il nuovo anno

Si va verso una proroga dello smart working semplificato con l’obiettivo, a questo punto si potrebbe dire naturale, di mettere a regime e rendere strutturale l’esperienza maturata negli ultimi anni, a partire dal marzo del 2020. Le diverse anime del governo, infatti, sarebbero d’accordo nel trovare un comune denominatore, valido sia per il pubblico che per il privato. La norma che regola il lavoro agile è la legge 81 del 2017, la quale prevede la sottoscrizione di un accordo individuale con la successiva comunicazione all’Inps dello stesso. Con la pandemia da Covid-19, si è alleggerita in maniera sensibile la parte burocratica dello smart working, con l’obiettivo di valorizzare lo strumento, come effettivamente è accaduto nel settore privato con una serie di accordi aziendali e di settore, sottoscritti dalle rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Nel pubblico impiego, viceversa, se il precedente ministro Renato Brunetta era apparso molto critico, l’attuale Paolo Zangrillo è più possibilista. Come lui, che in quota Forza Italia, anche Fratelli d’Italia e Lega sono per la semplificazione. Considerando che il 31 dicembre va in scadenza la proroga adottata a suo tempo dal governo Draghi, il tempo per intervenire è ridotto. Ecco, pertanto, che si fa strada l’idea di andare verso uno slittamento almeno per i lavoratori fragili e per i genitori per poi intervenire in maniera strutturale.