Lo rivela il “Rapporto sulla situazione sociale” nel Paese del Censis

Sei italiani su dieci temono lo scoppio della Terza Guerra Mondiale, una quota analoga (57,7%) crede che l’Italia possa parteciparvi. Lo rivela il Censis, nel “Rapporto sulla situazione sociale nel Paese”, giunto alla cinquantaseiesima edizione. L’invasione russa dell’Ucraina ha aumentato un senso di incertezza, tra gli italiani: il 66,5%, pari al 10% in più rispetto al periodo pre-pandemico, si confessa insicuro. Tra i principali rischi globali, non c’è soltanto la guerra, indicata come tale dal 46,2% del campione. Gli italiani hanno paura anche della crisi economica (45%), dei virus letali e delle nuove minacce biologiche alla salute (37,7%), dell’instabilità dei mercati internazionali, della scarsità delle materie prime al boom dei prezzi dell’energia (26,6%), degli eventi atmosferici catastrofici, come temperature torride e precipitazioni intense (24,5%), per il 9,4% gli attacchi informatici su vasta scala. «La malinconia definisce il carattere degli italiani, il nichilismo. È la fine dell’era dell’abbondanza e delle sicurezze», ha detto Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, presentando il rapporto. Si tratta di una malinconia che «corrisponde alla coscienza della fine del dominio dell’Io sugli eventi del mondo, l’Io che è costretto a confrontarsi con i propri limiti quando è costretto a relazionarsi con il mondo». «Se quella del 2020 non sembra un’Italia sull’orlo di una crisi di nervi oggi invece si paga un prezzo dell’irruzione della storia nelle nostre piccole storie e quei meccanismi proiettivi hanno perso presa sulla società e forza di orientamento nei comportamenti collettivi», ha concluso.