Il presidente Usa ha esortato la Russia a mostrare «segnali di voler cessare la guerra». Conversazione telefonica Putin-Scholz

Colloqui sì, ma dal punto di vista della Russia non alle condizioni poste dal presidente americano, Joe Biden. È chiara la risposta del Cremlino, che attraverso il portavoce Dmitri Peskov, ha oggi spiegato, citato dall’agenzia Ria Novosti, come il presidente russo, Vladimir Putin, sia «aperto a colloqui per assicurare gli interessi della Russia», visto che Mosca «considera la pacifica via diplomatica come la preferibile per raggiungere i suoi obiettivi», ma l’aut aut di Biden – il quale ha esortato i russi a ritirare le truppe dal territorio ucraino per avviare delle trattative – non è al momento accettabile. L’invito di Biden è arrivato nelle scorse ore, in occasione del suo incontro alla Casa Bianca con il presidente francese, Emmanuel Macron. L’apertura al colloquio, tutto sommato da entrambe le parti, è comunque un passo in avanti, dato che ancora di recente un tale scenario veniva perlopiù negato. La soluzione diplomatica resta una pista percorribile anche secondo Macron. In precedenza, infatti, aveva già annunciato di voler parlare con Putin nei prossimi giorni, anche se allo stato delle cose il punto fermo – tanto di Stati Uniti e Francia, come è poi emerso nel comunicato congiunto al termine dell’incontro tra i due leader durato più di tre ore – resta il sostegno all’Ucraina. Ed è questa la direzione della conferenza internazionale che si terrà a Parigi il 13 dicembre per raccogliere aiuti per Kiev. Le distanze emergono anche da quelle che ormai la Russia non considera non più semplici ingerenze, ma un vero e proprio coinvolgimento nel conflitto, come già sottolineato dal ministro degli Esteri Lavrov nei giorni scorsi. Una volta di più Putin lo ha ribadito al cancelliere tedesco, Olaf Scholz, in una conversazione telefonica. Stando al resoconto del Cremlino, il presidente russo ritiene «distruttiva» la linea dei paesi occidentali in Ucraina, specialmente per quanto riguarda le armi fornite all’esercito di Kiev. «L’attenzione è diretta agli stati occidentali, compresa la Germania, che hanno potenziato il regime di Kiev con le armi e addestrato l’esercito ucraino», ha riferito appunto il Cremlino in una nota. Anche Berlino, però, ha invitato Putin a ritirare le truppe allo scopo di facilitare una soluzione diplomatica. «Questa guerra potrebbe concludersi domani se Putin si fermasse», ha invece ricordato in un’intervista all’emittente France 2 il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Secondo quest’ultimo un incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Putin sarebbe possibile se da parte di Mosca ci fosse «serietà nei confronti della diplomazia e del dialogo». Il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha invece osservato, intervenendo ai Med Dialogues 2022 a Roma, che «è difficile prevedere come potrà finire questa guerra». «Si era più vicini a una soluzione a fine marzo quando le due parti si sono incontrate a Istanbul – ha dunque ricordato –. Ora è più complicato, ci sono più attori coinvolti, ma la Turchia non mollerà e continuerà con i suoi sforzi».