Il Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Preoccupato il 33,4% delle famiglie. Il 43% tra quelle più in difficoltà

La crisi energetica è la principale fonte di preoccupazione per il 33,4% delle famiglie italiane, quota che sale al 43% tra le famiglie in una bassa condizione socio-economica, ovvero le più colpite dall’aumento dei prezzi. È quanto emerge dal 56° Rapporto sulla situazione sociale del Paese del Censis, secondo cui l’Italia corre il rischio di sperimentare un aumento sensibile sia delle persone in povertà energetica, ovvero quelle che non riescono a mantenere un livello adeguato di riscaldamento casalingo (l’8,8% delle famiglie italiane nel 2020) o che non riescono a far fronte alle bollette, sia di quelle a rischio povertà relativa o assoluta. Un rischio, quest’ultimo, legato in particolar modo alla sempre più ampia quota di reddito familiare da impiegare per le spese energetiche, che sottrae risorse per il resto dei consumi. Anche per il 33,1% delle famiglie con una condizione socio economica medio-bassa risulta essere preoccupato per la crisi energetica, così come anche il 32,3% delle famiglie più agiate. Secondo l’analisi del Censis, L’85,6% degli italiani auspica che sia l’Unione europea a contrattare in maniera unitaria e centralizzata le future forniture energetiche, in modo da avere un potere di negoziazione maggiore riuscendo così a ottenere il miglior prezzo possibile. Al contrario, ben il 50,4% si dice contrario al “protagonismo a tutti i costi” dei singoli Paesi dell’area. Fondamentale, per l’87,7% degli italiani modificare le proprie abitudini di consumo per impattare meno sull’ambiente.