Mes: il governo non ratifica la riforma. No o pausa di riflessione? «Le modifiche al Trattato per entrare in vigore richiedono che tutti gli Stati membri procedano alla sua ratifica». C’è attesa per il parere della Germania

Altra prova di compattezza del centrodestra: il Governo ha scelto di «non approvare» il disegno di legge di ratifica della riforma del Mes, il famigerato fondo salva Stati dell’Unione Europea. Così secondo il testo della mozione di maggioranza approvata, ieri, nell’Aula della Camera con 164 voti a favore e 138 contrari: il governo italiano è impegnato «a non approvare il disegno di legge di ratifica del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo». Respinti gli altri documenti dell’opposizione, che si è divisa in altri documenti: favorevoli alla ratifica del Mes Italia Viva, Pd e Azione, contrari M5s e Verdi-Sinistra. Nella stessa mozione, si spiega che «in Germania, la procedura risulta sospesa in attesa di una pronuncia della Corte costituzionale federale», mentre «le modifiche al Trattato per entrare in vigore richiedono che tutti gli Stati membri procedano alla sua ratifica». Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, il governo avrebbe consolidato una sua storica posizione, contraria, al Mes, scegliendo una motivazione diplomatica tracciata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale, pur avendo detto diverse volte di voler dare prosecuzione alle linee tracciate dal Governo Draghi, ritiene che ad oggi non abbia alcun senso procedere ad una ratifica, visto che manca ancora il pronunciamento della Corte Costituzionale tedesca in merito. Altrettanto diplomatiche le considerazioni di un alto funzionario Ue, interrogato dall’Agenzia Radiocor del Gruppo Il Sole24Ore sulla scelta del Governo italiano: «Non posso che ripetere di aver fiducia che l’Italia rispetti gli impegni politici assunti e non ho ragioni per assumere un altro scenario». A quali impegni si riferisce? A giugno 2019, quando era in carica il Governo Conte 1 e l’Eurogruppo, ovvero la riunione dei ministri delle Finanze dei 19 Stati Ue, ha concordato una bozza di riforma del Mes; sulla stessa linea anche al Governo Draghi. Secondo l’alto funzionario Ue, il fatto che l’Italia finora non abbia ratificato gli emendamenti a quel trattato «non ha effetti pratici dal momento che è in corso il processo costituzionale in Germania». Meno diplomatico è stato il sottosegretario all’Economia e Finanze, Lucia Albano, per la quale invece «è emerso un orientamento chiaro della maggioranza. Esprimiamo la nostra contrarietà alla ratifica non per motivazioni ideologiche, come molti sostengono, ma perché riteniamo che le condizioni di accesso all’assistenza finanziaria siano eccessivamente stringenti. L’organizzazione intergovernativa e le sue regole devono essere oggetto di una riflessione comune, anche in considerazione delle mutate condizioni del quadro macroeconomico europeo».