L’invito è alla massima prudenza per evitare ricadute anche sui livelli occupazionali

Il governo non si sbilancia, ma apre decisamente al confronto, preannunciando l’apertura di un tavolo stabile nelle prossime settimane, comunque prima della fine dell’anno. È questo, in sintesi, quanto è emerso dall’incontro di Palazzo Chigi fra l’esecutivo e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, sia confederali che di categoria sul futuro di Tim. I sindacati, da tempo, osservano con forte preoccupazione quanto sta accadendo intorno alla compagnia di telefonia nazionale. Il timore è che possa crearsi una situazione per molti versi simile a quella della ex Alitalia, con lo spacchettamento dell’azienda, cosa che avrebbe riflessi negativi sulla tenuta occupazionale. Del resto, proprio Ita insegna come soltanto una parte del personale è stato reimpiegato direttamente, mentre larga parte è ancora in cassa integrazione. Questa preoccupazione è stata espressa da tutti i rappresentanti sindacali al governo che, però, si è riservato di dare delle risposte nei tempi e nei modi congrui. Palazzo Chigi, a sua volta, teme che il rincorrersi delle voci possa alimentare una forte speculazione sui titoli di Tim, rischiando in questo modo di pregiudicare il domani della compagnia, ma anche il raggiungimento degli obiettivi indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza sul versante della transizione digitale. Insomma, l’invito è quello alla massima cautela possibile da parte di tutti gli attori.