«Putin sta fallendo, attesi nuovi attacchi». Ma per Mosca negoziati possibili solo se Kiev accetta di «discutere delle nostre richieste»

«Sosterremo l’Ucraina fino alla fine, non arretreremo». E ancora: «Ci possiamo aspettare altri attacchi perché il presidente Putin sta fallendo. Il fatto che abbiano dovuto cedere terreno, ritirandosi dai dintorni di Kiev, intorno a Kharkiv e cedendo Kherson è un segno di debolezza, il segno che la Russia sta fallendo sul campo di battaglia». Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, a margine della riunione dei ministri degli Esteri dell’Alleanza atlantica a Bucarest, è tornato su un punto che già nei giorni scorsi aveva analizzato: il timore che l’insuccesso sul terreno, a fronte dell’avanzata della controffensiva ucraina, possa indurre la Russia a colpire più duramente l’Ucraina, coinvolgendo la popolazione, come dimostrano i recenti attacchi alle strutture civili che da settimane sono causa di blackout e difficoltà diffuse. «In risposta – ha perciò proseguito Stoltenberg – stanno attaccando obiettivi civili, perché non sono in grado di conquistare territori. Ci possiamo aspettare altri attacchi: non sappiamo quanti esattamente, ma il presidente Putin e la Russia hanno dimostrato la volontà di infliggere sofferenze e un livello di brutalità che non si vedeva in Europa dalla Seconda guerra mondiale». Il concetto era stato espresso anche nelle scorse ore, all’arrivo a Bucarest: «Dall’inizio di questa brutale invasione stiamo assistendo al fallimento di Vladimir Putin», che «sta rispondendo con attacchi ancora più gravi alle infrastrutture del gas per privare gli ucraini di elettricità, acqua e riscaldamento» così da «usare l’inverno come arma». Quanto ai vicini, Stoltenberg ha osservato che la Moldavia «è un partner della Nato e riceve sostegno da alleati della Nato e dall’UE. In Moldavia hanno sofferto in particolare a causa dei blackout, che sono la diretta conseguenza della guerra in Ucraina. Quindi si tratta di aumentare il sostegno pratico alla Moldavia e anche di mandare il chiaro messaggio che questa guerra non deve allargarsi al di là dell’Ucraina». La Russia, intanto, tramite il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, non arretra dalla sua posizione di sempre: se si vogliono avviare negoziati con l’Ucraina è necessaria «la volontà politica di Kiev di discutere delle richieste di Mosca», motivo che perciò spingela Russia a sostenere come al momento «nessun negoziato» sia «possibile». Anche nella tarda mattinata di oggi, è stata dichiarata l’allerta aerea in tutte le regioni dell’Ucraina, mentre la capitale Kiev è di nuovo al buio. La società per l’energia elettrica Dtek ha infatti annunciato questa mattina la ripresa delle interruzioni di corrente: «A partire da oggi a Kiev riprendono le interruzioni della corrente di emergenza, si sta facendo tutto il possibile per garantire l’elettricità a ciascun utente per due-tre ore, due volte al giorno. I programmi di blackout per la stabilizzazione non funzionano». «Non appena riusciremo a riequilibrare la situazione, torneremo al piano a orari», ha quindi riferito la società.