Lo riferisce l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, sottolineando, a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Aids che si celebra ogni anno il 1° dicembre

Nel 2021, a livello globale, sono morte 650 mila persone a causa dell’HIV. Lo riferisce l’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, sottolineando, ad una manciata di giorni dalla Giornata mondiale dell’Aids, che si celebra il 1° dicembre con iniziative di testing ed eventi di sensibilizzazione, che «la risposta mondiale all’HIV è ora in pericolo, a seguito del rallentamento subìto durante la pandemia Covid-19». Oltre 1,5 milioni di persone sono rimaste contagiate. Non ci sono cure definitive né un vaccino contro questo virus, che colpisce il sistema immunitario rendendolo vulnerabile. Diagnosi precoci combinate ad un trattamento con farmaci antiretrovirali stoppano la replicazione e la trasmissione del virus, rendendo la malattia una condizione cronica ma comunque gestibile: al 31 dicembre 2021, si registravano 38,4 milioni di persone che vivono con l’Hiv, due terzi dei quali in Africa. Con lo scoppio della pandemia, una situazione, già critica, si è ulteriormente complicata, con «i progressi verso gli obiettivi di eradicazione» che ormai sono fermi. L’Oms denuncia che «le risorse si sono ridotte e, di conseguenza, milioni di vite sono a rischio», sollecitando a «raddoppiare gli sforzi per evitare lo scenario peggiore di 7,7 milioni di decessi nei prossimi 10 anni». Complessivamente, dalla prima diagnosi, 41 anni fa, l’HIV ha ucciso 40,1 milioni di persone.