Il 31 dicembre è il termine ultimo per ottenere la terza tranche di fondi europei (21 miliardi di euro) del Pnrr e l’ultimo giorno utile al Parlamento per approvare la legge di bilancio

Un doppio test attende il governo: manovra e Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Due esami con la dead line fissata in entrambi i casi al 31 dicembre del 2022. Non c’è molto tempo, dunque: appena un mese e una manciata di giorni. Il 31 dicembre è il termine ultimo per ottenere la terza tranche di fondi europei (21 miliardi di euro) del Pnrr e l’ultimo giorno utile al Parlamento per approvare la manovra, che proprio in queste ore è approdata alla Camera, e scongiurare così l’esercizio provvisorio. Domani pomeriggio si dovrebbe tenere una riunione dei capigruppo di maggioranza della Commissione Bilancio di Palazzo Montecitorio per fare un primo punto sul testo che ha subìto già qualche modifica: 16 capitoli e 156 articoli sono stati rivisti rispetto la prima versione. La legge di bilancio, varata la settimana scorsa dal Consiglio dei ministri, ha sollevato qualche perplessità e suscitato critiche tra i partiti di opposizione – duro il Movimento 5 stelle, che ha contestato la graduale abolizione del Reddito di cittadinanza, promettendo battaglia: «Sarebbe un proposito miserevole ed esecrabile, follia pura», ha detto ieri il presidente del M5s, Giuseppe Conte, a “Mezz’ora in più” su RaiTre –, alcuni dei quali si sono dimostrati più disponibili al dialogo rispetto ad altri. Ad esempio, il Terzo Polo che s’è detto disponibile invece ad un confronto (a giorni il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dovrebbe incontrare il leader di Azione, Carlo Calenda). Nessuna discesa in piazza ma una «contromanovra che difende il lavoro e i conti pubblici», ha annunciato il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nel corso di un’intervista rilasciata a “Libero”. Il «Partito democratico e i Cinque Stelle andranno in piazza a difendere il reddito di cittadinanza», ha sottolineato Renzi. «Mentre noi del Terzo Polo abbiamo presentato una contromanovra che difende il lavoro e i conti pubblici. Carlo Calenda, con una delegazione di Azione e Italia Viva, la illustrerà a Giorgia Meloni: nessun inciucio, ma noi siamo all’opposizione del governo e non del Paese. Proviamo a dare una mano, mi sembra che la presidente ne abbia bisogno», ha concluso.