Il Rapporto della Svimez. L’economia potrebbe contrarsi dello 0,4%

Secondo le stime della Svimez, nel 2023 il PIL del Sud d’Italia dovrebbe contrarsi dello 0,4% nel 2023, mentre quello del Centro-Nord, pur rimanendo in territorio positivo per otto decimi di punto, rallenterebbe molto rispetto al 2022. «Il nuovo shock – spiega la Svimez nella 49esima edizione del Rapporto, presentato oggi alla Camera dei Deputati -ha cambiato il segno delle dinamiche globali (rallentamento della ripresa; comparsa di nuove emergenze sociali; nuovi rischi operativi per le imprese), interrompendo il percorso di ripresa nazionale coeso tra Nord e Sud». Per quanto riguarda l’impatto degli incrementi che hanno interessato i beni energetici e i generi alimentari, secondo lo Svimez l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta potrebbe crescere di circa un punto percentuale, portando il dato nazionale all’8,6%, con una media di + 2,8 punti nel Mezzogiorno, contro il +0,3 del Nord e il +0,4 del Centro Italia. In valori assoluti, stando all’analisi, potrebbero esserci 760 mila nuovi poveri, di cui circa mezzo milione solo nel Mezzogiorno. In linea di massima, comunque, per il 2024 le stime indicano una ripresa, «sulla scia del generale miglioramento della congiuntura internazionale». A livello nazionale il PIL dovrebbe crescere dell’1,5%, riflettendo il +1,7% del Centro-Nord e il +0,9% del Sud. «Un aspetto strutturale che contribuisce a spiegare la debole ripartenza meridionale – spiega ancor ala Svimez – è rintracciabile sul lato dell’offerta: a seguito dei continui restringimenti di base produttiva sofferti dal Sud dal 2008, si è sensibilmente ridimensionata la capacità del sistema produttivo dell’area di agganciare le fasi espansive del ciclo economico».