Cambia il reddito di cittadinanza; meno tasse su stipendi e premi di produttività

Il reddito di cittadinanza per come è stato conosciuto finora è destinato a sparire a partire dal 2024. Ad essere interessati dalla riforma saranno tutti coloro che, pur essendo in condizione di lavorare, al momento non lo fanno. Si tratta di una platea quantificata in circa 660mila percettori, con una età compresa fra i 18 e i 59 anni e, soprattutto, senza carichi familiari; attenzione, però, stando alle anticipazioni, sarebbero interessate anche le coppie senza figli minori o disabili. Per tutti questi, la durata del reddito di cittadinanza è destinata a scendere ad otto mesi, durante i quali, peraltro, vigerà l’obbligo di partecipare ad un corso di formazione o riqualificazione professionale. Prevista anche una stretta sul versante delle condizionalità, con il beneficio che si perde al primo rifiuto. Gli altri percettori del reddito che non si trovano in questa condizione soggettiva continueranno a percepire il sussidio per tutto il 2023, mentre con il nuovo anno andrà a regime uno strumento diverso; maggiori particolari, però, saranno disponibili soltanto nelle prossime settimane, in quanto occorre attendere il disegno di legge specifico. L’intervento sul reddito di cittadinanza è strettamente connesso agli interventi in materia di occupazione. In legge di bilancio, fra le altre cose, è previsto il rinnovo della Decontribuzione Sud che ha favorito la sottoscrizione di contratti di lavoro a tempo indeterminato nel Mezzogiorno e nelle aree svantaggiate del Paese. Il governo ha anche guardato a chi ha già una occupazione. In un’ottica di rafforzamento del potere d’acquisto degli stipendi, sale dal 2 al 3% il taglio del cuneo fiscale per i redditi da lavoro dipendente fino a 20mila euro, mentre viene confermato la riduzione del 2% per le retribuzioni comprese fra 20mila e 35mila euro. La detassazione sui premi di produttività scende dal 10 al 5%; occorrerà aspettare il testo definitivo per capire cosa succede con i fringe benefit, oggi detassati al 100% fino a 3mila euro.