Prima Draghi, poi Meloni hanno rafforzato le misure di welfare aziendale

Avvicinandosi la fine dell’anno, si riducono anche i tempi per poter intervenire con le misure di welfare messe in campo con i diversi decreti Aiuti, prima dal governo Draghi ed ora con l’esecutivo Meloni. Al netto dei due bonus monetari, quello riconosciuto a tutti i dipendenti ed altre figure professionali dal datore di lavoro o direttamente dall’Inps e l’altro volontario che può arrivare fino a 600 euro in quattro tranche per ridurre l’impatto delle bollette, l’attenzione ora si concentra soprattutto sulla questione dei fringe benefit. Il decreto Aiuti quater, anche dopo una richiesta della Ugl formulata al Presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e alla Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Marina Calderone, ha innalzato la soglia di esenzione da 600 a 3mila euro, anche per bypassare una circolare interpretativa dell’Agenzia delle entrate che aveva suscitato forti perplessità nel sindacato. Trattandosi di liberalità che il datore di lavoro riconosce ai propri dipendenti i tempi appaiono molto ridotti. In pratica, volendo inserire direttamente in busta paga il beneficio, le possibilità si riducono di fatto a due. Naturalmente, nessuno vieta un intervento extra, purché entro il 31 dicembre, mentre rimane in piede un’altra opzione, vale a dire quella di erogare dei voucher spendibili magari in determinati canali – si pensi ad esempio agli spacci aziendali – oppure direttamente dei beni.