I leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl insistono per avere degli strumenti stabili nel tempo

La presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, presentando il disegno di legge di bilancio, ha confermato che la misura sarà confermata anche nel corso del 2023. Parliamo della cosiddetta Decontribuzione Sud, che, a partire da ottobre 2020, ha dato la possibilità ai datori di lavoro di assumere a tempo indeterminato nuovo personale. Secondo i dati appena forniti dall’Inps, riferiti al 2021, tali contratti hanno rappresentato quasi quattro rapporti di lavoro agevolati su cinque sottoscritti. Lo strumento della decontribuzione è stato utilizzato in particolare pure per la trasformazione dei contratti di apprendistato. Nello stesso periodo, le imprese hanno fatto ricorso alle agevolazioni per la trasformazione dei contratti a tempo determinato, oltre che per le nuove assunzioni. In questo caso, l’esonero è raddoppiato dal 50 al 100%, in linea con le disposizioni introdotte per fronteggiare gli effetti più deleteri del Covid-19 sul mondo del lavoro, nel tentativo di assicurare i livelli occupazionali. Il tema degli incentivi all’occupazione, soprattutto per i contratti stabili a tempo indeterminato, torna spesso nelle dichiarazioni dei leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. L’Ugl, soprattutto, insiste spesso sul taglio del cuneo fiscale e contributivo in maniera strutturale, così da dare maggiori certezze alle aziende, ma pure ai dipendenti sul versante del potere d’acquisto degli stipendi.