L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro affronta con le istituzioni, i sindacati e le associazioni datoriali la questione della riduzione dei disturbi connessi alla movimentazione manuale dei carichi. L’importanza di un approccio a tutto campo che tiene insieme i vari aspetti

L’Ugl, anche questa volta, ha seguito i lavori del summit organizzato dall’Agenzia europea per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, un momento di fondamentale confronto fra sensibilità diverse su temi centrali che vanno dalla qualità dell’occupazione alla incolumità dei lavoratori e delle lavoratrici, passando per il benessere degli stessi, vale a dire come star bene in fabbrica, in ufficio, in un cantiere o, perfino, in una barca in mezzo al mare. Sensibilità diverse, come diverse sono le esperienze di ogni singolo Stato europeo, ma comunque un unico obiettivo, quello di far crescere la cultura della prevenzione e della protezione. L’appuntamento nella località Basca arriva al termine di un percorso, durante il quale i singoli focal point nazionali – per l’Italia, è l’Inail il referente dell’Agenzia europea – hanno approfondito con le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali la questione della movimentazione manuale dei carichi e di come alleggerire il peso che grava sui lavoratori. Al di là dei numeri, ciò che conta maggiormente è la valorizzazione di un approccio onnicomprensivo, perché, tornando anche allo spirito della normativa vigente, la salute e la sicurezza passano da fattori di ordine fisico – si pensi, ad esempio, ai macchinari o ai dispositivi di protezione individuale -, ma anche di ordine psicologico e comportamentale. Ciò significa che il dipendente deve essere consapevole dei rischi e degli atteggiamenti da tenere per ridurne l’impatto; d’altro canto, però, il datore di lavoro deve comprendere che ogni euro messo sul piatto per migliorare le condizioni di lavoro non è una spesa, ma un investimento che darà i suoi frutti. Nel presente e nel futuro.