La legge di Bilancio prende forma. Massima attenzione al caro energia. Lunedì approderà in Consiglio dei Ministri, nel frattempo il testo è in fase di valutazione politica

Quasi certo che la manovra arriverà lunedì in Consiglio dei Ministri. Si sta lavorando per questo: oggi riunione sulla legge di Bilancio tra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i capigruppo di maggioranza. «Si parlerà del timing, dei temi, si definiranno le priorità», ha detto il sottosegretario per l’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari, interpellato dai cronisti, entrando a Palazzo Chigi. Scontato dire che si tratta di una manovra molto importante, per varie ragioni: perché il Paese la attende, perché è la prima del Governo Meloni, perché intorno ad essa c’è molta attesa anche dalle parti di Bruxelles. Il nucleo della manovra è la risposta al caro energia per famiglie e imprese, aiuti che sarebbero finanziati con uno scostamento di bilancio pari a 21 miliardi di euro, che si aggiungono ai 9,1 miliardi, già stanziati tramite il Dl Aiuti quater. Come reperire i fondi necessari, è la ricerca di queste ore e dei giorni che ci separano da lunedì. Altro capitolo importante per i lavoratori e per il mondo del lavoro sono le pensioni: tra le varie misure in esame, la più probabile è quota 41. Senza dimenticare la riduzione del cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori; l’ampliamento della flat tax, con la possibile estensione fino ad 85mila euro per i redditi autonomi, e la revisione di quella incrementale; revisione del reddito di cittadinanza con criteri più stringenti, anche in chiave di risparmio e di ricavo di “nuove” risorse. Possibile anche una revisione della norma sugli extraprofitti: quella attualmente in vigore prevede una tassazione del 25%, il regolamento europeo di riferimento prevede almeno il 33%. Dal Mef rassicurazioni sui condoni, la parola d’ordine è: tregua fiscale. Quanto al “giallo” sull’aumento del tetto al contante, “in manovra sì o no”, dovrebbe rientrare nel testo e non più inserito nel Dl Aiuti quater. È stato il Quirinale a notare che, costituzionalmente, è preferibile inserire la norma sul contante in manovra, tanto più che la sua entrata in vigore è prevista il 1° gennaio 2023. Quanto al Ponte sullo Stretto si stanno compiendo i passi necessari per portarlo alla realtà, sempre attraverso la legge di bilancio. Come? La società Ponte sullo Stretto Srl (partecipata da Rfi, Anas, Regione Calabria e Regione Sicilia), posta in liquidazione nel 2013 dal Governo di allora, potrebbe essere riattivata, società che, a suo tempo, si era occupata di progettazione e di studi di fattibilità dell’opera. Tutte le misure illustrate e, in generale, quelle presenti in manovra non trattate qui sono in fase di valutazione politica. Da lunedì qualcosa potrebbe ancora cambiare.