La legge di bilancio si appresta a favorire la firma degli accordi di produttività

Si annunciano novità sul versante della contrattazione collettiva. La prossima legge di bilancio, infatti, dovrebbe contenere un forte stimolo alla sottoscrizione degli accordi di produttività, andando ad interfacciarsi con l’altra questione, quella dei fringe benefit. Come evidenziato nei giorni scorsi, il governo ha innalzato il tetto di esenzione fiscale da 600 a 3mila euro per ogni lavoratore cui il datore di lavoro riconosce un bonus, anche in servizi di welfare. Una importante novità, arrivata subito dopo l’incontro di Palazzo Chigi fra la premier Giorgia Meloni e i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Francesco Paolo Capone, che permetterà a tanti lavoratori e lavoratrici di avere più soldi in tasca. Ancora non è chiaro se la misura sarà prorogata pure per il 2023, mentre sembra sicuro un intervento volto ad estendere la contrattazione collettiva aziendale sui premi di produttività. L’ipotesi è quella di abbassare dal 10% al 5% l’aliquota sostitutiva, portando a 3mila euro il tetto massimo, superato il quale si applicherebbe una aliquota del 15%. A conti fatti, si tratta di un beneficio importante. L’unico vero limite al momento, come fatto notare dalla Ugl anche alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, è nella scarsa diffusione degli accordi di produttività nelle regioni del centro-sud e nelle piccole imprese.