Liberi professionisti, tra dinamismo e crisi. Il totale complessivo dei liberi professionisti è pari a 1milione e 352mila (+16,9% dal 2008 al 2020)

Non solo industria. Ci sono altri “mondi” che navigano tra crisi e dinamismo. Se, da un lato, circa 30 mila imprese della ristorazione sono a rischio chiusura, con una perdita di 130 mila posti di lavoro (dati Fipe-Confcommercio), da un altro, i professionisti sono raddoppiati in 12 anni. Sono «il segmento più dinamico dell’occupazione», operano per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,8%) e generano un reddito complessivo, tra il 2008 e il 2020, cresciuto del 29,5% (da 4,9 a 6,3 miliardi di euro), secondo i dati presentati oggi da Confcommercio. Sono 444mila i liberi professionisti non iscritti a ordini professionali in 12 anni quasi raddoppiati (+95,5% dal 2008 al 2020). Un risultato «eccezionalmente positivo», confermato anche dal +3,6% del 2020 sul 2019, non compromesso dal Covid che ha inciso significativamente nella perdita di ordinistici (-2,3% tra il 2008 e il 2020). Qualche importante problema c’è e le richieste sono precise: equo compenso per tutti i professionisti, previdenza complementare, politiche attive, sostegno nelle transizioni occupazionali, rafforzare la transizione 4.0 delle professioni. Non solo, alla crescita occupazionale delle nuove professioni fa da contraltare la questione del valore aggiunto prodotto e, cioè, del reddito. Il reddito generato dai professionisti non ordinistici cresce di quasi un terzo in dodici anni, mentre quello pro capite si sta abbassando ed è pari a 14.205 euro nel 2020 (-33,8% sul 2008, un terzo della contrazione si concentra nell’anno della pandemia). Difficoltà e ripresa emergono anche dal rapporto Siae 2021: nel 2021 il numero totale di spettatori è calato dai 306 milioni del 2019 agli 84 milioni del 2021 e la spesa al botteghino è crollata, passando dai 2,7 miliardi di euro del 2019 agli 870 milioni di euro nel 2021. Rispetto al 2019, gli indicatori del 2021 evidenziano sia un calo degli spettatori (-72%) sia della spesa (-78%). Qualche segnale positivo c’è, ma non basta: dal 2020 al 2021 vi è un incremento dell’offerta di spettacoli (+26%), ma non altrettanto degli spettatori (+4,5%). Nel 2021 rispetto al 2020 perdono spettatori il cinema (-12%), il teatro (-9%), il ballo e gli intrattenimenti musicali (-9%), mentre crescono del 75% i concerti, del 65% lo spettacolo viaggiante, del 42% i parchi di divertimento, del 32% mostre e fiere. Anche lo sport è in crescita, con un + 18%, sebbene il totale di spettatori, pari a 8,3 milioni, sia ben lontano dai 30,9 milioni del 2019. Fatto 100 il totale degli spettatori nel 2021, è ancora una volta il cinema il settore che attira di più, con 32 spettatori su 100.