Crollo dei contratti di prestazione occasionale e dell’uso del Libretto famiglia

Gli effetti dell’allentamento delle misure restrittive sul Covid-19 si sentono sul versante dell’occupazione. Nei primi otto mesi dell’anno, informa l’Inps, le assunzioni sono cresciute dal 19%, per un totale di 5,467 milioni di unità. Molto interessante l’aumento che si è registrato nei contratti a tempo indeterminato: +31% su base annua per un totale di 937mila unità. Positivo l’impatto anche sull’apprendistato (+20%; 225mila contratti), anche se continuano a pesare in maniera importante tutte le tipologie di lavoro con una scadenza temporale. I nuovi contratti a tempo determinato sono pari ad oltre 2,3 milioni, ai quali si aggiungono gli 821mila stagionali e i 682mila somministrati. Nello stesso periodo, le cessazioni sono state 4,571 milioni, con un incremento medio del 28%. Naturalmente, occorre ricordare che non tutte le cessazioni sono dovute alla perdita del posto di lavoro. A conti fatti, il saldo resta attivo per 569mila posizioni di lavoro. Intanto, dopo le modifiche normative degli anni passati sono appena 13mila i contratti di prestazione occasionale ai quali si aggiungono i circa 9mila lavoratori retribuiti attraverso il Libretto famiglia, numeri molto bassi rispetto alla portata del fenomeno. Si tratta di aspetti che, sicuramente, ritorneranno sui tavoli tecnici che nelle prossime settimane il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali avvierà con le parti sociali.