Tra le accuse anche immigrazione clandestina
Avevano messo in piedi un sistema che sfruttava lavoratori extracomunitari fatti entrare in Italia in modo irregolare, impiegandoli in una ditta di trasporti che, dietro pagamento, forniva loro documenti di identità e patenti di guida contraffatte. Per questo 17 persone, tra cui i responsabili della ditta di trasporti, sono stati indagate per i reati di caporalato e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una è stata arrestata, per due è stato disposto l’obbligo di dimora e per altre due invece è stato applicato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, scattato inoltre il sequestro preventivo della ditta di trasporti e di un’altra azienda, distinta dalla prima ma riconducibile ad essa. A indagare sulla vicenda è stata la Squadra mobile di Piacenza, in collaborazione con la Polizia stradale di Trento e di Piacenza e con la Guardia di Finanza di Piacenza. Secondo quanto emerso, gli stranieri firmavano con il falso nome un contratto di lavoro, ed iniziavano l’attività di autisti a bordo dei camion dell’impresa, in condizioni di impiego ed alloggiamento degradanti. I camionisti tra un viaggio e l’altro dormivano a bordo dei mezzi di trasporto nel piazzale dell’azienda, e potevano usufruire anche di alcune baracche presenti nella piazzola. Gli stipendi versati agli autisti, inoltre, erano invece difformi dai contratti collettivi nazionali e sproporzionati rispetto alla qualità e quantità del lavoro prestato.