di Francesco Paolo Capone – Segretario Generale UGL

Secondo i dati diffusi ieri da Unioncamere-Anpal, cresce ancora il mismatch tra domanda e offerta di lavoro, fenomeno che interessa il 46,4% delle assunzioni e pari a ben oltre 177mila profili dei 382mila ricercati nel mese di novembre. Un vero e proprio record: si tratta, infatti, di un valore superiore di circa 8 punti percentuali a quello registrato un anno fa. Mediamente sono necessari circa 4 mesi per trovare sul mercato i candidati. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è una delle cause che hanno portato le imprese nel mese di novembre a programmare soltanto 38 mila assunzioni, inferiori a quelle di ottobre del 20% e del 17,7% rispetto a quelle di un anno fa, che in valore assoluto è pari a meno 82.490 unità. Meglio non andrà nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023, quando il calo delle assunzioni sarà pari al -19,5%, cioè a meno 290.710 unità. Ciò che è ancora più grave, trattandosi di settori trainanti, è che in maggiore difficoltà si trovano l’industria (-18,0% rispetto a un mese fa, -27,5% rispetto all’anno scorso), specie nel comparto delle costruzioni (-22,7 % rispetto a un mese fa, -28,8 rispetto all’anno scorso).
Che cosa propone da sempre e continuerà a proporre l’UGL in merito? L’UGL propone un mix di interventi. Da un lato, occorrono investimenti nelle politiche occupazionali al fine di riattivare il mercato del lavoro e quindi a incentivare il match tra domanda e offerta di impiego, attraverso soggetti pubblici e privati. Allo stesso tempo, non possiamo tenere fermo chi può lavorare e quindi va superata la logica assistenziale dei sussidi a pioggia e del Reddito di Cittadinanza. Quest’ultimo va trasformato in Reddito di Responsabilità, inserendo il percettore del reddito all’interno di adeguati percorsi di formazione e riqualificazione professionale, da affidare ai Comuni, e contemporaneamente destinando il reddito percepito in contributo a favore delle aziende, che a loro volta sono impegnate a garantire l’assunzione dei percettori. Da un altro lato, si può, anzi si deve agire subito sul fronte previdenziale per evitare il ritorno alla Legge Fornero, che oltre a essere iniqua ingesserebbe il mercato del lavoro, attraverso Quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione anticipatamente a tutti con 41 anni di contributi a prescindere dall’età lavorativa. Per questa stessa ragione, l’UGL ritiene urgente stabilizzare misure come “l’Ape sociale” e “Opzione donna”, perché consentono solo a determinate categorie di persone di accedere anticipatamente alla pensione. In questo modo, si incentiva il turnover generazionale e l’assunzione dei giovani. E per questi ultimi, bisogna lavorare molto sull’orientamento agli indirizzi di studio che garantiscono gli esiti occupazionali migliori. Nel mese di novembre, ad esempio, sono tra i percorsi universitari quello economico, quello di amministrazione, finanza e marketing, mentre per il diploma secondario, quello meccanico o diploma professionale.