Ritenute «irrealistiche» le richieste di Zelensky al G20

«La Russia continua a perseguire i suoi obiettivi nell’operazione militare in Ucraina perché Kiev rifiuta i negoziati». Non si è fatta attendere la risposta di Mosca, seppure indiretta tramite il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, alle richieste in dieci punti che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avanzato in collegamento al G20 di Bali. La parte più controversa dell’intervento del presidente ucraino, secondo Mosca, è il rifiuto di un “Minsk 3” in riferimento ai due precedenti falliti accordi tra le parti sul Donbass. «Non ci si può fidare delle parole della Russia e non ci sarà alcun Minsk 3 che la Russia violerà immediatamente dopo la conclusione», le parole di Zelensky. Ma le richieste di quest’ultimo erano state giudicate irrealistiche e inadeguate in precedenza già dal ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, in rappresentanza della Russia al G20. Lavrov ha poi criticato, in conferenza stampa a Bali, gli Stati Uniti: «Sia gli Stati Uniti che tutti i suoi alleati sono stati piuttosto aggressivi durante le discussioni di oggi, accusando la Russia, come si suol dire, di aggressione non provocata contro l’Ucraina. Nonostante le dichiarazioni degli Stati Uniti al G20, altri paesi rimangono convinti che il conflitto in Ucraina sia stato provocato da Washington». Il grande assente del vertice è il presidente russo, Vladimir Putin, il quale si è però fatto sentire nelle ultime ore in un messaggio che sembra indirizzato proprio ai partecipanti di Bali: «I tentativi di alcuni paesi di riscrivere la storia del mondo diventano aggressivi e mirano a indebolire la Russia».