TIMIDI SEGNALI
Le difficoltà non mancano, anzi, visti gli effetti della guerra russo-ucraina sull’approvvigionamento energetico e l’aumento sensibile del costo delle materie prime che si è registrato a partire dallo scorso anno, però qualche indicazione in senso positivo arriva dall’Annuario dell’azione globale sul clima 2022. Secondo il rapporto presentato a Sharm El-Sheik, è in crescita il contributo che arriva da soggetti non statali. In particolare, sono 34 i partner che hanno avviato almeno una azione, coinvolgendo potenzialmente 2,9 miliardi di persone; altri 26 partner hanno favorito la creazione di una rete attiva il 116 diversi Paesi, sempre con l’obiettivo di dimezzare e poi azzerare le emissioni nette di CO2.

L’IMPATTO DEI SUPER RICCHI
Oxfam continua a puntare sui super ricchi. Secondo il Rapporto 2022 presentato durante la Cop27, le emissioni di anidride carbonica associate agli investimenti in imprese inquinanti da parte di soli 125 miliardari sono pari a quelle prodotte da Paesi come la Francia e superiori a quelle dell’Italia. In pratica, dai calcoli effettuati da Oxfam un super ricco produce tanta CO2 quanto quella di un milione di cittadini collocati nel 90% più povero della popolazione mondiale: in valori assoluti parliamo di tre milioni di tonnellate di CO2 prodotte da un ricco rispetto ad una media annuale di 2,76 tonnellate pro-capite. Oxfam pubblica il suo rapporto sulla povertà in occasione dell’evento di Davos.