Confcommercio: «Rischi per la crescita nel 2023»

Continua la fase di stazionarietà dei consumi, con l’indice calcolato dall’istituto nazionale di statistica che ha settembre ha registrato un aumento di mezzo punto in termini di valore e una variazione nulla in termini di volumi. A livello mensile risultano in crescita sia il valore delle vendite di beni non alimentari che quelli di beni alimentari, per le quali si registra però un calo dei volumi venduti dello 0,2%. Andamento opposto anche per il confronto tendenziale: rispetto al settembre dello scorso anno, le vendite sono aumentate in termini di volume del 4,1%, diminuendo però di 2,7 punti percentuali in termini di volume. Commentando i dati, la Confcommercio mette in guardia dalla «fragilità del quadro congiunturale che, data la stazionarietà registrata su agosto ed il calo rilevato sullo stesso mese del 2021, certificano le difficoltà per le famiglie di procedere nel percorso di recupero della domanda di beni». Secondo l’associazione di categoria, «è inevitabile che nei prossimi mesi gli effetti negativi dell’inflazione sul reddito disponibile e sulla ricchezza liquida spingeranno ad atteggiamenti più prudenti», il che impatterebbe negativamente sulla crescita. «È proprio sul fronte dei consumi – spiega ancora Confcommercio – che si gioca la crescita per l’anno prossimo, come indicato nella versione aggiornata della NaDEF». Sui dati è intervenuta anche Confesercenti, che ha parlato di «nubi fosche che si addensano sulla stagione invernale e sul Natale alle porte».