Trump: «Farò un grandissimo annuncio il 15 novembre»

Seggi aperti negli Stati Uniti dove oggi si tengono le midterm, vale a dire le elezioni di metà mandato, così chiamate perché giungono alla metà, appunto, del mandato dell’amministrazione in carica. I cittadini statunitensi sono chiamati a rinnovare la Camera dei Rappresentanti (435 seggi in palio) e un terzo del Senato (35), tuttavia già più di 40 milioni di cittadini hanno espresso la propria preferenza attraverso procedure di voto anticipato. In più si tengono consultazioni locali per eleggere i nuovi governatori o governatrici di 36 Stati, con il rinnovo della quasi totalità dei parlamenti statali, più diversi referendum (sempre a livello locale). Nelle ultime ore sono arrivati gli appelli dei leader dei due principali partiti, il presidente in carica Joe Biden per i democratici e l’ex inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, per i repubblicani. «È il momento di difendere la democrazia», ha chiosato Biden parlando in Maryland. Dall’altra parte Trump già preme sull’acceleratore e, dall’Ohio, ha reso noto che farà «un grandissimo annuncio il 15 novembre a Mar-a-Lago». Tutti scommettono che possa ricandidarsi alle presidenziali del 2024 e prendersi la rivincita dopo la sconfitta di due anni fa, anche perché da alcuni giorni mostra percentuali di sondaggi che lo vedrebbero addirittura al 71% tra i probabili candidati repubblicani, molto distanziato anche dal governatore della Florida, Ron DeSantis. Ad ogni modo le midterm rappresentano da sempre un termometro della politica statunitense, una sorta di referendum sul presidente e la sua amministrazione. Tradizionalmente questo tipo di appuntamento non premia chi è in carica (in pochissime occasioni il presidente è riuscito a mantenere la maggioranza al Congresso e già questo è un primo campanello d’allarme per Biden). Tuttavia il risultato delle elezioni di metà mandato non sempre si traduce in un’anticipazione delle successive presidenziali: un caso recente è quello di Obama nel 2010 quando perse la maggioranza alla Camera, ma venne rieletto per un secondo mandato due anni più tardi. Stavolta l’anomalia è rappresentata proprio dalla presenza ingombrante di Trump, il quale avrà modo di sondare la presa tanto sul partito (molti candidati repubblicani in queste elezioni sono “trumpiani” di ferro) quanto sull’elettorato conservatore. Secondo un modello elaborato da FiveThirtyEight, i repubblicani hanno più del 50% di possibilità di prendere il controllo del Congresso, ma se la Camera appare persa per i democratici, al Senato la partita resta ancora aperta. Uno scenario comunque non promettente per Biden, il quale, pur mantenendo le sue prerogative presidenziali, avrebbe la strada in salita nei prossimi due anni nello sviluppo della sua agenda di governo. I primi risultati sono attesi nella notte, ma potrebbero volerci alcuni giorni per conoscere l’esito definitivo delle elezioni. In Georgia, secondo la legge statale, non si può escludere che si arrivi al ballottaggio come già avvenuto nel 2020.