Sempre più urgente una svolta sul versante delle politiche attive del lavoro

Non diminuiscono le polemiche intorno al futuro del reddito di cittadinanza, dopo le dichiarazioni del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, il quale aveva anticipato l’intenzione del governo di intervenire sullo strumento di sostegno al reddito introdotto nei primi mesi del 2019. In particolare, l’idea è quella di stringere sulle condizionalità, vale il meccanismo che obbliga il percettore ad accettare una proposta di lavoro o a partecipare attivamente a corsi di formazione ed iniziative di ricerca di nuova occupazione. La questione del rafforzamento delle condizionalità è strettamente connessa alla funzionalità dei centri per l’impiego, oggettivamente in sofferenza nel nostro Paese. Il tema, molto probabilmente, sarà fra quelli trattati nel corso dell’incontro fra la premier Giorgia Meloni, i ministri Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone e i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierpaolo Bombardieri e Paolo Capone. Proprio la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, ha evidenziato le incongruenze del nostro sistema formativo, dopo che anche il segretario generale della Ugl, Capone, aveva parlato di necessità di investire sulle politiche attive. Al centro del confronto fra governo e sindacati, sicuramente ritorneranno anche il taglio del cuneo fiscale e, più in generale, le misure per il potere d’acquisto e le pensioni.