Da tempo, si parla di apprendimento formale, informale e non formale, ma, finora, è mancato uno strumento con il quale mettere in fila tutto il percorso di vita e professionale di una persona. Ora, FondItalia lancia l’App C+, proprio per superare questo scoglio che ostacola imprese e lavoratori.

La partecipazione di FondItalia e dei suoi soci fondatori, Ugl e FederTerziario, ad Expotraining, l’evento milanese dedicato alla formazione del personale dipendente e delle nuove generazioni, ha segnato un importante punto nel dibattito che quotidianamente investe il mondo delle imprese e del lavoro, vale a dire la difficoltà di far incontrare chi vuole assumere con chi, viceversa, è alla ricerca di una occupazione. Si tratta di quel fenomeno che, utilizzando un termine inglese, produce il cosiddetto mismatch, il disallineamento fra competenze e posto di lavoro che finisce per alimentare la disoccupazione, in particolare quella di lunga durata. Sono almeno dieci anni che nel nostro Paese si discute di come superare questo scoglio. La riforma Fornero del lavoro aveva previsto una delega al governo per la valorizzazione di tutti gli apprendimenti formali, informali e non formali, delega che ha poi portato alla definizione del decreto legislativo 13 del 2013. Soltanto dopo diversi anni si è riusciti a strutturare un quadro delle competenze e delle qualificazioni professionali, che oggi ritroviamo nell’Atlante del lavoro. Alla prova dei fatti, però, manca ancora quel collegamento pratico che permette di migliorare in efficienza e rapidità. In questo senso, la sperimentazione della App C+ da parte di FondItalia rappresenta il tassello mancante. Da una parte, la persona potrà valorizzare tutte le competenze acquisite negli anni, non soltanto quelle della scuola; dall’altra, l’impresa, attraverso meccanismi diversi, potrà avere piena contezza del personale immediatamente disponibile in un territorio di riferimento, valutando tutti i vari aspetti, dalla formazione allo status.