Alle viste una stretta sul versante dei requisiti per accedere al beneficio

Il reddito di cittadinanza continua ad essere terreno di scontro, o, quanto meno, di confronto anche aspro fra governo e parte dell’opposizione. Se il Movimento 5 Stelle continua a difendere a spada tratta lo strumento di contrasto alla povertà introdotto nel 2019, nel resto della minoranza parlamentare le posizioni appaiono più fluide. Intanto, il governo ha anticipato che il reddito di cittadinanza non sarà per tutti, ma soltanto per coloro che, oggettivamente, si trovano nell’impossibilità di accettare un lavoro. Qualcuno ha provato a quantificare in circa 600mila le persone che potrebbero perdere il reddito di cittadinanza, non tenendo però conto del fatto che larga parte di questi percettori è inserito in un contesto familiare che potrebbe essere fragile. Per una partita che resta aperta, un’altra è destinata a chiudersi. Dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, fanno sapere che non vi è alcuna intenzione di rinnovare i contratti a tempo determinato dei navigator, la figura introdotta proprio con il reddito di cittadinanza a supporto del personale dei centri per l’impiego. In questo caso, più che una scarsa volontà, si tratta anche di vincoli normativi che, in caso di ulteriore proroga, potrebbero portare alla stabilizzazione automatica senza concorso, come spiegano sempre dal ministero. Del resto, le regioni, in molti casi, hanno già avviato i relativi concorsi.