Molte le ipotesi in campo, in attesa dell’incontro con la ministra Calderone

Soltanto l’incontro di venerdì prossimo fra la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, con i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle altre parti sociali, potrebbe servire per sciogliere i dubbi in materia di riforma previdenziale. L’avvicinarsi della scadenza del 31 dicembre, inevitabilmente, sta creando forti fibrillazioni nel mondo del lavoro. Dal prossimo anno, senza interventi correttivi, tornerebbe completamente vigente la riforma Fornero, con la conseguenza immediata che serviranno almeno 67 anni di età o, in alternativa, 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini o 41 anni e dieci mesi per le donne. La soluzione più plausibile rimane quella della proroga degli strumenti già in campo, vale a dire Quota 102, Ape sociale e Opzione donna, visti i tempi stretti fra la preparazione e l’approvazione della legge di bilancio. Fra le ipotesi circolate in queste ore, vi è quella di un bonus per chi, avendo maturato i requisiti con una età minima di 63 anni, decide di restare al lavoro. Il bonus non è stato quantificato, anche se la misura richiama alla memoria il cosiddetto superbonus varato nel 2004 dagli allora ministri Giulio Tremonti e Roberto Maroni. Resta in piedi l’ipotesi di Quota 41, riferita agli anni di contributi, ma con l’aggiunta di una età minima di 61 anni, quindi una sorta di Quota 102, con parametri diversi rispetto alla normativa vigente.